Roma-Fiorentina 1-0
La Roma può ancora sognare e a tre giornate dalla fine l'obiettivo Champions non è ancora tramontato, tutt'altro. La vittoria all'Olimpico contro la Fiorentina, se da una parte taglia le gambe alla Viola, impegnata per lo stesso obiettivo, dall'altra lancia i giallorossi verso la volata finale. Ecco allora che alla squadra di Ranieri basta un gol, quello di Dovbyk, la cui rete lo rende l'acquisto estivo più prolifico di tutta la Serie A. E così al successo con i nerazzurri, firmato Soulè, la Roma dà seguito con quello di oggi, targato Artem, ottenendo il 19/o risultato utile consecutivo per quella che è la seconda striscia positiva più lunga da quella di 24 partite consecutive senza perdere messe a segno sempre con Ranieri, quando per poco non vinse lo scudetto nel 2010.
Quindici anni dopo l'obiettivo è un altro, ma ugualmente importante e il gol del vantaggio della Roma arriva quasi a tempo scaduto, a pochi secondi dalla fine dei quattro minuti di recupero segnalati prima di tornare negli spogliatoi. Sponda di Shomurodov di testa e appoggio facile, facile di Dovbyk, al suo 12/o gol in Serie A di questa stagione. Una rete che nasce dall'angolo conquistato pochi istanti prima, quando De Gea aveva compiuto un vero e proprio miracolo sul tiro in controbalzo dell'attaccante uzbeko. Il portiere spagnolo si era già superato in precedenza sul tiro sotto il set di Celik, mentre non ha potuto nulla sull'1-0 giallorosso. Quindi il primo tempo si chiude con i giallorossi in vantaggio e grazie anche alle parate di Svilar, due volte decisivo sui tiri di Kean, il cui conto aperto contro il portiere romanista rimarrà tale anche nella ripresa. Il centravanti viola, però, è stato tra i pochi a non finire nel maxi turnover di Palladino che rispetto alla gara di Conference League ne ha cambiati sei nel tentativo di gestire le forze in vista della gara di ritorno con il Betis da rimontare.
Così in campo ci finisce l'ex, Nicolò Zaniolo, fischiato dall'inizio alla fine, e che a fine partita si è fatto espellere per aver tentato di regolare i conti con qualcuno della panchina romanista. Applausi, invece, per Edoardo Bove, presente sugli spalti e omaggiato dalla Curva Sud dopo il malore avuto contro l'Inter.
A inizio ripresa, un cambio a testa con Palladino che butta dentro Fagioli per Gosens, mentre Ranieri toglie Pellegrini per Pisilli. A fare la gara, però, è la Viola anche se senza produrre pericoli verso la porta di Svilar, per questo la Fiorentina inserisce anche Gudmundsson per Zaniolo, lasciando alla Roma la possibilità di colpire in contropiede, come quando i due neo entrati, Pisilli e Gourna-Douath, confezionano una ripartenza che il centrocampista romano non sfrutta, calciando fuori. Anche il finale di partita avrà lo stesso copione con Kean e compagni che provano a sfondare il muro giallorosso e per poco non ci riescono con il centravanti azzurro che ancora una volta viene fermato da Svilar, acclamato dai 63mila dell'Olimpico perché se alla fine la Roma vince è anche grazie alle sue parate. Al triplice fischio, infatti, esulta il po
polo romanista che ha ancora le partite con Atalanta, Milan e Torino per sperare in un ingresso Champions che all'arrivo di Ranieri sembrava impossibile.
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