"L'ennesima tragedia della strada che
ha coinvolto una ciclista è un problema non solo del nostro
sport, ma di civiltà, legato alla cultura del rispetto,
all'educazione civica, alla realizzazione di infrastrutture,
alla realizzazione di città più a misura d'uomo". Così il
presidente della federciclismo, Cordiano Dagnoni, sulla giovane
ciclista Sara Piffer, investita e uccisa.
"Lavoriamo da tempo per migliorare la sicurezza in gara,
ambito di nostra competenza - ha aggiunto il n.1 da poco
riconfermato alla guida federale -. Abbiamo invece meno
strumenti per intervenire quando si parla di sicurezza in
allenamento, se non attraverso la continua formazione del
personale che accompagna i nostri ragazzi sulle strade. Il
problema è soprattutto legato alla realizzazione di
infrastrutture in grado di garantire l'uso sicuro della
bicicletta. Non esistono segreti, se non quelli di prendere
ispirazione da quanto accade nei paesi da questo punto di vista
più avanti di noi. Per questo negli scorsi anni la Federazione
Ciclistica Italiana, al pari di altre organizzazioni in
rappresentanza degli utenti della bicicletta, ha presentato una
serie di proposte la maggior parte delle quali sono state
disattese".
"E' arrivato il momento di dire basta - conclude Dagnoni -.
Non avendo avuto riscontro in questi anni, come organismo
sportivo non ci resta che appellarci al nostro referente presso
il Governo, ovvero il Ministro Abodi, affinché almeno lui riesca
dare concretezza alle tante richieste che arrivano dalla società
civile per fermare questa continua carneficina".
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