Al deposito Eni di Calenzano era in
corso una manutenzione straordinaria, resasi necessaria su
apparati che ne avrebbero necessitato da anni. E' quanto risulta
dai primi accertamenti della procura di Prato a poco più di 48
ore dall'esplosione nell'area pensiline di carico. La procura
indaga sulle modalità della manutenzione riguardo all'innesco
dell'esplosione. Dai primi rilievi tecnici, inoltre,
nell'impianto non è stato trovato esplosivo, quindi, viene
escluso che l'esplosione sia da attribuire a un possibile
sabotaggio. La procura di Prato conferma di aver aperto un
fascicolo per omicidio colposo plurimo, crollo doloso di
costruzioni o altri disastri e rimozione dolosa delle cautele
contro gli infortuni sul lavoro.
Intanto l'intero deposito è stato posto sotto sequestro per
svolgere le indagini tecniche necessarie per stabilire le cause
dello scoppio. Eni, si apprende da fonte inquirente, ha chiesto
di intervenire per smaltire correttamente acque potenzialmente
inquinanti, ma tutta l'attività di approvvigionamento,
stoccaggio e distribuzione carburanti "deve restare ferma" fino
a che sarà necessario. Dalle prime indagini emerge anche un
allarme lanciato da un operatore alle ore 10:21 minuti e 30
secondi su un'anomalia "tant'è che si è allontanato e si è messo
in salvo la vita" dall'imminente stato di pericolo.
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