(di Lucia Magi)
È su Disney+ Nightbitch, per
cui la protagonista Amy Adams è stata candidata agli ultimi
Golden Globes. Con la regia e la sceneggiatura di Marielle
Heller (Un amico straordinario, Transparent), il film è basato
sull'omonimo romanzo di Rachel Yoder tradotto in Italia per
Mondadori da Veronica Raimo. "Ho letto le bozze prima della
pubblicazione e mi sono identificata profondamente con questa
allegoria della maternità come perdita di identità e
trasformazione. Ho subito chiesto a Mari di trasformarlo in un
lungometraggio e mi ci sono buttata a capofitto", racconta in
conferenza stampa l'attrice, che figura anche tra i produttori.
Adams interpreta una ex direttrice di una galleria d'arte e
artista di discreto successo essa stessa, che alla nascita del
primo figlio (nel film ha circa due anni) rinuncia a tutto -
anche al suo nome proprio, mai pronunciato - per fare la mamma a
tempo pieno. La vita è una serie monotona e solitaria di gesti
dell'accudimento quotidiano: prepara colazioni, pranzi, cene,
aspetta insieme al bambino il camion della spazzatura, spinge
l'altalena e legge storie della buonanotte fino allo sfinimento.
Completano il quadro i vecchi amici intellettuali e alla moda a
cui non sa più che dire, le giovani mamme della biblioteca che
sembrano perfette e a proprio agio nel nuovo ruolo, e un marito
abbastanza sensibile, ma quasi sempre assente per lavoro.
"La prigione della maternità è fatta di isolamento: la
protagonista non si identifica più con gli amici che aveva prima
del figlio, ma non ha ancora trovato un nuovo gruppo di persone
con cui identificarsi - riflette Adams, 50 anni e una figlia
adolescente - Credo che questo derivi da non voler lasciare
andare l'idea di se stessa, la persona che credeva di essere.
Una volta che abbraccia il gioco, la natura selvaggia e
animalesca dell'essere mamma, trova la sua nuova identità e
riprende potere e controllo sulla sua esistenza".
La protagonista del film si abbandona a una metamorfosi fisica,
che la libera: "Noi donne passiamo attraverso a così tante fasi,
la pubertà, la maternità, la menopausa…siamo costrette a
perderci, trasformarci e ritrovarci tante volte. Questo ruolo mi
ha insegnato che far leva sui nostri istinti animaleschi aiuta
ad avvicinarci a noi stessi, senza prestare attenzione alle
aspettative di perfezione e alle pressioni del mondo che ci
circonda. Perché quelle si spostano sempre un po' più in là,
sono inarrivabili".
L'attrice di Sharp Objects o Arrival auspica che Nightbitch
inneschi una riflessione a livello collettivo: "La chiave per me
è stata avere una comunità intorno: amici, parenti, luoghi in
cui incontrare persone affini. La politica e la società devono
prendersi più cura delle donne, offrendo supporto senza dare per
scontato nulla. L'amore e la gioia per i figli non vengono senza
una certa sofferenza e uno sconvolgimento totale. Per me, è
stato importante riflettere su questa ambivalenza - dice Adams -
La monotonia è sfiancante, ma in prospettiva diventa memoria,
ricordi. Cosa non darei adesso per addormentarmi con mia figlia
e cantarle la ninna nanna cinque, sei, volte di seguito!".
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