In seguito ai colloqui in Egitto,
Hamas ha rilasciato una dichiarazione affermando di essere
impegnata ad attuare l'accordo "in tutte le sue fasi e in tutti
i suoi dettagli". "Invitiamo la comunità internazionale a
esercitare pressione su Israele affinché rispetti pienamente
l'accordo e a entrare immediatamente nella seconda fase, senza
ritardi o elusioni", ha aggiunto l'organizzazione
fondamentalista.
Da ieri sono in corso al Cairo le trattative per la
prosecuzione dell'accordo sulla tregua e il rilascio degli
ostaggi tra Israele e Hamas. Fonti egiziane riferiscono che
Hamas non è d'accordo a estendere la prima fase dell'intesa e
vuole passare subito alla seconda parte. L'obiettivo israeliano
invece, come emerge da giorni anche dai colloqui negli Usa tra
l'inviato del premier Netanyahu Ron Dermer e il segretario di
Stato Steve Witkoff, è quello di arrivare alla liberazione di
altri ostaggi già domani ed estendere la fase A di altri 42
giorni. Diverse fonti citate dai media israeliani hanno però
affermato che le possibilità di ottenere un risultato immediato
è molto 'bassa', perché i negoziati sui termini della
continuazione sono appena iniziati.
Se gli ostaggi non verranno rilasciati domani, questo sarà il
primo Shabbat in 42 giorni in cui gli ostaggi non saranno
liberati da Hamas, dopo che 33 ostaggi sono tornati in Israele
in diversi round nel corso dell'accordo, 25 dei quali erano vivi
e otto morti. Intanto restano prigionieri a Gaza 59 rapiti tra
soldati e civili, 24 dei quali si ritiene siano ancora vivi. Il
primo marzo si conclude formalmente la prima fase dell'accordo
tra Israele e Hamas.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA