"La globalizzazione ha subito un
rallentamento strutturale, con catene del valore più corte,
barriere commerciali in aumento e una governance multilaterale
sempre più fragile. Questo scenario sta ridisegnando gli
equilibri economici globali, creando due aree economiche fulcro
dell'economia, Stati Uniti e Cina. L'Europa sta rimanendo
completamente ai margini" avverte Lucia Aleotti, vicepresidente
di Confindustria per il Centro Studi.
"Come emerge dal rapporto dell'Istat, oltre che dalle analisi
del Centro Studi Confindustria, l'Italia, avendo una manifattura
fortemente integrata nelle produzioni globali, non può non
risentire di questa situazione", evidenzia nel suo intervento in
occasione della presentazione del rapporto istat sulla
competitività dei settori produttivi 2025: "Le esportazioni sono
fondamentali per la nostra economia, così come lo sono le
importazioni che spesso rappresentano beni intermedi per il
sistema produttivo. Bisogna guardare a nuovi sbocchi commerciali
per i nostri prodotti e nuovi fornitori ma è soprattutto vitale
che l'Europa torni immediatamente a guardare i fondamentali
dell'industria e dell'economia".
La vicepresidente di Confindustria quindi avverte: "In
primis, vanno urgentemente eliminate tutte quelle norme che
costituiscono zavorre per le imprese europee che stati Uniti e
Cina non hanno, e parallelamente creare norme che siano booster
per gli investimenti. Servono misure ispirate dalla vita reale
delle imprese e non dai suggerimenti di burocrati. Anche
l'Italia deve urgentemente insistere su politiche efficaci per
spingere gli investimenti produttivi, visto, purtroppo,
l'impatto quasi nullo di industria 5.0, misura soffocata dai
lacci e lacciuoli imposti dall'Unione Europea".
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