BORGO SAN DALMAZZO (CUNEO), 6 NOV - "Se torno in Libia le mie
figlie mi sparano, non posso tornare". Bruno Cacace, il tecnico
italiano rapito in Libia e liberato venerdì dopo un mese e mezzo
di prigionia, parla nel cortile di casa a Borgo San Dalmazzo.
Con lui c'è la figlia Stefania e la mamma, Maria Margherita
Forneris. In serata è previsto l'arrivo dell'altra figlia,
Lorenza, che vive a Parigi. "Io piango poco, ma le mie figlie
hanno pianto molto", racconta il tecnico italiano, che dice di
"star bene e di avere dormito questa notte". E parlando del
giorno in cui è stato rapito dice: "ho capito subito che non
volevano solo la macchina, ho capito subito che era un'altra
cosa. Fortuna che siamo qui a raccontarlo...".
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