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In evidenza
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Il fotografo della luce, del colore,
della creatività, sempre fuori dagli schemi, che anche nella
malattia ha seguito la sua strada di denuncia: Oliviero Toscani
è morto, all'età di 82 anni, nell'ospedale di Cecina, dove era
stato ricoverato il 10 gennaio per l'aggravarsi delle sue
condizioni. Da due anni - come aveva rivelato in un'intervista
choc al Corriere della Sera il 28 agosto scorso - soffriva di
amiloidosi: "In un anno ho perso 40 chili. Neppure il vino
riesco più a bere: il sapore è alterato dai medicinali",
raccontava, spiegando di sottoporsi a una cura sperimentale e di
non temere la morte. "Basta che non faccia male. E poi ho
vissuto troppo e troppo bene, sono viziatissimo. Non ho mai
avuto un padrone, uno stipendio, sono sempre stato libero".
Aveva anche parlato dell'intenzione di rivolgersi all''amico
Cappato" per scegliere il suicidio assistito in Svizzera. A
Zurigo, intanto, era andato a fine settembre, a visitare la sua
mostra Photography and Provocation al Museum für Gestaltung, in
una delle ultime apparizioni pubbliche. Fino alla fine Toscani
ha portato avanti la forza delle idee, quella di un uomo che ha
rivoluzionato il mondo della fotografia, scandalizzando e
suscitando dibattito. Dai jeans di 'Chi mi ama mi segua' al
bacio tra un prete e una suora, dai volti dei condannati a morte
al corpo di una donna consumata dall'anoressia, tutte le sue
campagne hanno lasciato il segno. In sessant'anni di carriera ha
lavorato in ogni luogo del mondo e per tutte le riviste più
importanti. Migliaia di ritratti, milioni di immagini. Eppure
non voleva essere ricordato per nessuna in particolare, ma "per
l'insieme, per l'impegno. Non è un'immagine che ti fa la storia,
è una scelta etica, estetica, politica da fare con il proprio
lavoro". Un percorso condensato nel libro Ne ho fatte di tutti i
colori, uscito nel 2022 per La Nave di Teseo, e imperniato sul
mondo che avrebbe voluto e che aveva immaginato fin dai tempi di
Fabrica con i Benetton e di Colors, la rivista che anticipò
l'impegno su tanti temi oggi attuali, dall'ambiente ai migranti
al razzismo. Nel suo carnet da John Lennon ad Andy Warhol, da
Muhammad Ali a Lou Reed, fino al desiderio di immortalare Jannik
Sinner. Per la moda da Donna Jordan a Claudia Schiffer, fino a
Monica Bellucci, ma anche Carmelo Bene e Federico Fellini. Nato
a Milano il 28 febbraio 1942, Toscani pubblica il suo primo
scatto sul Corriere a 14 anni: è il volto di Rachele Mussolini,
immortalato a Predappio alla tumulazione del Duce nella tomba di
famiglia. Dopo il diploma in fotografia all'Università delle
Arti di Zurigo, debutta nel mondo della pubblicità con la
campagna per il cornetto Algida. I suoi scatti finiscono su
Elle, Vogue, GQ, Harper's Bazaar, Esquire, ma realizza anche
foto per celebri maison di moda come Valentino, Chanel,
Fiorucci, Esprit e Prénatal. La svolta, nel 1982, con Benetton:
i maglioni sono il pretesto per Toscani per portare in primo
piano temi sociali come l'uguaglianza, la mafia, il contrasto
all'omofobia, la lotta all'Aids o alla pena di morte. Nel 1991
lancia la rivista Colors, tre anni dopo ecco Fabrica, centro
internazionale per le arti e la ricerca della comunicazione
moderna, la cui sede è firmata dall'archistar giapponese Tadao
Ando. Nel 2000 il sodalizio con il gruppo Benetton si
interrompe, in seguito ad una controversa campagna che utilizza
foto reali di condannati a morte negli Stati Uniti. Verranno le
campagne di moda per il marchio RaRe, incentrate sull'omofobia,
le collaborazione con la Croce Rossa, con l'Istituto Superiore
della Sanità, con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i
rifugiati e quelle di impegno sociale su sicurezza, violenza
contro le donne, anoressia. Proprio su questo tema nel 2007
Toscani realizza per il marchio Nolita una campagna choc, che
divide pubblico e critica, mettendo al centro la modella e
attrice francese Isabelle Caro, 31 chili per 1,64 metri di
altezza. Nel 2007 dà vita al progetto Razza Umana, una galleria
di ritratti di varia umanità, una sorta di censimento di tutte
le caratteristiche somatiche e sociali del genere umano. Dal
2018 al 2020 torna con Benetton, rilanciando i temi
dell'integrazione, ma viene poi licenziato per le dichiarazioni
sul crollo del ponte Morandi ("Ma a chi interessa che caschi un
ponte?"). Pluripremiato - dal Grand Prix de la publicité (1990)
al Leone d'oro all'International Advertising Festival di Cannes
(1996), dalla nomina ad accademico di onore dell'Accademia di
Belle Arti di Firenze (2010) al premio alla carriera dell'Art
director's club tedesco (2019), presidente onorario di Nessuno
Tocchi Caino, Toscani è stato candidato alla Camera con i
Radicali nel 1996 per la Lista Marco Pannella e nel 2006 per la
Rosa nel Pugno. Ha fatto scalpore con il suo commento sulla
scomparsa del Cavaliere ("per fortuna Berlusconi è morto") e non
ha mai nascosto le sue posizioni critiche nei confronti del
governo Meloni, ribadite in una delle ultime interviste in tv, a
settembre a Piazzapulita, il programma di Corrado Formigli su
La7. Il suo segreto? "Cerco facce nuove, persone con un
entusiasmo negli occhi, pretendo che non abbiano trucco, il
bello è un'altra cosa", raccontava in occasione degli 80 anni. E
il futuro? "Chissà, penso al cosmo, all'universo, alle stelle.
Quando capiremo tutto questo, ecco, sarà il futuro".
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