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A Firenze apre 'Casa rider' per il riposo e ristoro dei ciclofattorini

A Firenze apre 'Casa rider' per il riposo e ristoro dei ciclofattorini

Un immobile del Comune ristrutturato con una campagna di autofinanziamento

FIRENZE, 04 febbraio 2025, 17:59

Redazione ANSA

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   Ha aperto i battenti oggi a Firenze, in via Palmieri, Casa rider, un luogo di riposo e ristoro per i ciclofattorini con anche servizi di informazione e supporto. La 'casa' sorge in via Palmieri, in un locale di proprietà del Comune e assegnato alla Cgil: la giornata di oggi arriva dopo mesi di iniziative e di autofinanziamento, oltre 200 donatori hanno permesso di raccogliere oltre 23mila euro (incluse le donazioni arrivate da altri canali) e reso possibile la ristrutturazione.

    'Casa rider' è aperta dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 18.30: come è stato spiegato, saranno valutate nel tempo estensioni di giorni e orari, sulla base delle esigenze espresse dai rider. Tra i servizi ci sono quelli igienici, uno spazio ristoro, la possibilità di accesso ad attrezzature per piccoli interventi di riparazione della bicicletta e possibilità di ricarica degli strumenti di lavoro (come il cellulare e la batteria della bici). In via Palmieri si trovano anche sportelli informativi anche su aspetti come l'ottenimento del titolo di soggiorno, la verifica di irregolarità contrattuali. Al di fuori dell'orario di apertura sono previsti corsi di formazione e workshop.

    Luigi Giove, segretario Cgil nazionale, ha spiegato il sindacato "ha deciso di finanziare questo progetto per due anni", mentre la sindaca di Firenze Sara Funaro ha parlato di "messaggio molto importante che Firenze dà sul fronte della tutela del lavoro, è una risposta a chi svolge un'attività che spesso coincide con la precarietà. Questi lavoratori avranno finalmente un luogo di riposo e di ristoro, uno spazio di aggregazione e socializzazione, ma anche occasioni di ascolto e confronto". Bernardo Marasco, segretario generale Cgil Firenze ha ricordato che "per dare voce al lavoro disperso servono luoghi adatti e per rappresentare questo mondo dei rider occorre farsi carico dei loro bisogni, offrendo occasioni di socializzazione e protagonismo sociale".

    Per Md Safwan Sakib, rider di 25 anni originario del Bangladesh, lo spazio di via Palmieri "è una buona cosa, così ci possiamo riposare in sicurezza e magari anche usare il bagno visto che a volte i negozi e i ristoranti non danno questa possibilità. Inoltre possiamo anche riparare le nostre bici".
   

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