"Confermiamo le preoccupazioni
sulla tenuta dell'ospedale San Camillo". A dirlo - in una nota
unitaria - Alberto Bellini (Cgil), Giuseppe Pallanch (Cisl) e
Giuseppe Varagone (Uil Fpl). È stato durante l'ultimo incontro
con i vertici della congregazione che sono state confermate le
tensioni finanziarie e una pesante situazione a bilancio che
hanno richiesto il coinvolgimento di un team di esperti e un
procuratore per gestire la situazione".
Negli scorsi giorni Cgil, Cisl e Uil sono intervenute per
lanciare l'allarme sulla situazione dell'ospedale. "Prendiamo
atto dell'intervento di un dipendente Marco Maines che non era
presente alla riunione e non capiamo a quale titolo sia
intervenuto ma confermiamo le nostre preoccupazioni e la
necessità di salvaguardare l'organico e un presidio importante
per la città". Nell'ultimo incontro le difficoltà finanziare
sono state confermate dai vertici del San Camillo, così come
l'aver predisposto un piano di rientro per cercare di
fronteggiare l'esposizione. "Purtroppo tante domande sono
rimaste senza risposta", evidenziano Bellini, Pallanch e
Varagone. "Il danno di immagine viene prodotto da chi gestisce
male una struttura e mette a rischio, senza rinnovare i
contratti, i salari".
Il rischio ulteriore è "il ricorso a processi
razionalizzazione dei posti di lavoro. Non possiamo accettare
questa possibilità. Non ci stiamo e chiediamo che l'ospedale
renda conto alle istituzioni politiche e ecclesiastiche della
situazione", concludono Bellini, Pallanch e Varagone. Anche per
questo confermiamo lo sciopero del 22 maggio con la
manifestazione che sosterrà anche a Trento il diritto di veder
rinnovato il contratto collettivo fermo da ben 6 anni. Una
vergogna senza fine. Altro che danno di immagine!", conclude la
nota dei sindacati.
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