La procura di Spoleto ha
chiesto di archiviare "per assenza di condotte penalmente
rilevanti" l'indagine per omicidio colposo a carico di ignoti
avviata dopo che un settantenne italiano ricoverato per un
dolore toracico al pronto soccorso dell'ospedale di Spoleto il
23 febbraio era morto il mattino successivo.
Le indagini sono state condotte dai carabinieri tutela della
salute di Perugia e quindi l'Ufficio guidato da Vincenzo
Ferrigno ha nominato due consulenti tecnici, un medico legale e
un cardiologo, chiamati a pronunciarsi sia sull'assistenza
medica prestata in occasione del ricovero presso l'ospedale di
Spoleto, sia sul mancato trasferimento del paziente presso le
Unità di terapia intensiva cardiologica di Foligno e Terni. La
procura riferisce in un comunicato che dalla consulenza è
risultato che il decesso del paziente è avvenuto per "arresto
cardiocircolatorio improvviso da fibrillazione ventricolare
conseguente a sindrome coronarica acuta ed in particolare ad
infarto miocardico". Per i consulenti i trattamenti medici e le
terapie "sono da ritenersi appropriati al quadro clinico con il
profilo di rischio presentato dal paziente".
Riguardo al mancato trasferimento in un ospedale dotato di
Utic (Foligno o Terni), secondo la procura di Spoleto "premesso
che il trasferimento sarebbe stato da ritenersi indicato ed in
conformità con il corretto percorso gestionale riportato nelle
linee guida citate dai consulenti, si può affermare con
ragionevole certezza, che la sua mancata attuazione, stante
l'adeguatezza del monitoraggio e delle cure prestate in sede di
pronto soccorso, non abbia modificato né la prognosi né l'esito
degli eventi occorsi".
I magistrati, in base al materiale raccolto nel corso delle
indagini e le considerazioni espresse dai consulenti tecnici
nella loro relazione, hanno disposto la trasmissione di copia
degli atti al comando carabinieri tutela della salute di Perugia
"per le eventuali valutazioni in sede non penale".
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