"Quello che stiamo costruendo è
complesso ma è necessario farlo ed attuarlo, ci sono oggi
progetti e una idea chiara di sanità territoriale che stiamo
portando avanti perché numeri e cambio di panorama ci indicano
questo percorso e perché questa progettazione prima non era
stata fatta": lo ha detto la presidente della Regione Umbria,
Donatella Tesei, intervenendo all'evento "Lo sviluppo delle cure
primarie e dell'integrazione sociosanitaria nelle Aree Interne:
Regione Umbria e Regione Marche a confronto", la due giorni
organizzata a Perugia da Federsanità Anci Umbria, Federsanità
nazionale e la Scuola umbra di amministrazione pubblica Villa
umbra.
La strada intrapresa in Umbria, quindi, per la presidente
Tesei "è quella giusta". "Le aree interne consentono di
destinare a determinati territori anche maggiori risorse per
poter garantire i servizi, anche più adeguati proprio per le
caratteristiche del territorio" ha affermato Tesei la quale ha
poi ricordato che "rispetto alle tre precedenti aree interne
siamo riusciti ad ottenerne altre due".
"Ne abbiamo quindi ora cinque in totale - ha proseguito - e
naturalmente ora garantiamo delle risorse maggiori a questi
territori, risorse che possono essere destinate in parte, e
questo è molto importante, anche proprio per i servizi
socio-sanitari".
Come ha inoltre ricordato Tesei, "questa garanzia di una
sanità di servizi socio-sanitari a livello territoriale rientra
nell'ambito di una gestione integrata regionale". "Possiamo
quindi potenziare i servizi in queste aree - ha spiegato -
attraverso una serie di strumenti che sono quelli della medicina
territoriale, della telemedicina, delle farmacie dei servizi. In
più abbiamo cercato di assicurare a questa tipologia di utenza
servizi più immediati e rapidi per le tempo-dipendenze e non a
caso l'acquisto che abbiamo fatto in autonomia per l'elisoccorso
è proprio rivolto a garantire tutto questo".
Visto il cambio di panorama con una popolazione umbra poi
sempre più anziana, secondo Tesei "vanno assicurare le cure a
quelle persone che hanno patologie croniche connesse all'età e
che non devono andare a finire negli ospedali ma possono e
devono utilizzare delle strutture sulle quali stiamo lavorando,
anche ai sensi del Dm 77, che assicurino una prestazione di
servizi vicino al loro domicilio se non addirittura al loro
domicilio con i sistemi di telemedicina e di assistenza e con la
realizzazione delle case e degli ospedali di comunità".
"Senza dimenticare poi - ha concluso - il ruolo importante
degli infermieri professionali che possono monitorare e curare a
domicilio il paziente piuttosto che trasferirlo in ospedale".
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