"Grazie per la tua battaglia, Laura.
Non combatti solo per te, ma anche per rendere più umano e civile questo Paese": è quanto scrive il senatore del Pd Walter Verini in una lettera aperta a Laura Santi, giornalista perugina affetta da una forma progressiva di sclerosi multipla che ha chiesto da tempo di poter completare le procedure per accedere eventualmente al suicidio assistito.
"Penso anch'io che
la vita sia un grande dono, in ogni sua fase. E penso che meriti
autentico rispetto chi sceglie, per sé, di viverla fino in
fondo, anche quando è difficile, se non impossibile, chiamarla
vita. Allo stesso modo meritano rispetto le persone che
decidono, in coscienza, di compiere scelte diverse. Come te, che
chiedi semplicemente di potere un giorno decidere o no di
mettere fine alle sofferenze, alle torture che la sclerosi
multipla ti ha provocato" aggiunge il parlamentare.
"Grazie per la serata e la cena che mi hai regalato, insieme
con Stefano, nella vostra casa di Montebello, a Perugia. Grazie
per la tua testimonianza di coraggio. Di vita" scrive il
parlamentare.
"Unisco la mia voce alla tua - sottolinea Verini -, a quella
di tanti altri, (tra queste mi piace citare la sindaca di
Perugia, Vittoria Ferdinandi) all'associazione Coscioni che ti
sostiene: Laura Santi merita rispetto. La sua persona merita
rispetto. L'Asl Umbria 1 non poteva, non doveva aver fatto
passare mesi e mesi per un parere. La stessa Commissione medica
svolge un compito certamente delicato, ma non doveva far passare
mesi per esprimere un parere (nel quale poi sono stati
riconosciuti a Laura tutti e quattro i requisiti necessari per
accedere al suicidio assistito). E non doveva far trascorrere
altri mesi per trasmettere al Comitato etico la richiesta di un
parere peraltro non vincolante. Sono passati due anni da quando
Laura fece quella richiesta. E' intollerabile che non le sia
stata data ancora risposta. Fatelo, prima possibile. Subito".
Il senatore del Pd ha sostenuto che come ha "anche un altro
dovere: quello di contribuire a fare in modo che il Parlamento
faccia il suo dovere per approvare al più presto, come più volte
chiesto anche dalla Corte costituzionale, una legge sul fine
vita".
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