Risulta "dimezzata" e pari a 52
milioni di euro anziché i 90 iniziali la manovra finanziaria
prospettata dalla Regione Umbria ai sindacati. Lo hanno reso
noto Cgil, Cisl e Uil con i segretari regionali Rita Paggio,
Angelo Manzotti e Maurizio Molinari dopo l'incontro del 7 aprile
a Perugia con la presidente Stefania Proietti e gli assessori
Tommaso Bori e Francesco De Rebotti. In concomitanza le
organizzazioni sindacali hanno dato vita a un presidio davanti
alla sede della Giunta regionale.
I segretari hanno espresso "massima solidarietà alla
presidente della Regione Stefania Proietti per le vignette e la
campagna d'odio di cui è stata vittima in questi giorni". "La
politica può essere discussa, la persona non può essere
attaccata" hanno sottolineato.
"La rimodulazione della manovra da 90 milioni a 52 milioni
di euro - ha sostenuto Paggio - è già un risultato importante,
così come l'azzeramento dell'aliquota addizionale regionale tra
i 15mila e 28mila euro, perché tutela le fasce più esposte e più
a basso reddito. In pratica chi appartiene a questa fascia non
paga più nemmeno l'addizionale che pagava in precedenza.
Parliamo del 72% dei contribuenti umbri, cioè chi ha un reddito
inferiore ai 28mila euro".
Molto più critica la posizione della Uil. "Da una giunta di
sinistra - ha affermato Molinari - ci saremmo aspettati una
serie di misure diverse. La mole di debito, infatti, non è tale
da giustificare un aumento della tassazione. Serviva un tavolo
tecnico, convocato in maniera permanente, per iniziare a
riformare il sistema Umbria. A questo punto diventa sempre più
urgente parlare di riforme, con il Piano sanitario in primis.
Occorre aprire il 'cantiere Umbria', per rendere il sistema
regionale più competitivo e lavorare su una crescita del Pil che
sia sostenuta da lavoro sicuro e ben retribuito".
"Dall'incontro in Regione - è il commento di Manzotti - si
ravvisano alcuni passi avanti, ma non siamo soddisfatti. Prima
di aumentare le tasse per i cittadini umbri dobbiamo discutere
del nuovo piano sanitario regionale per efficientare i servizi
sanitari che devono essere rispondenti alle esigenze dei
cittadini e dei territori. È necessaria quindi un'opera di
razionalizzazione della spesa sanitaria".
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