L'Azienda ospedaliera di Perugia
in collaborazione con Onda, l'Osservatorio nazionale sulla
salute della donna e di genere, in occasione della Festa della
mamma, promuove un "(H)Open day" dedicato alle malattie
reumatiche autoimmuni. Il personale della struttura di
Reumatologia diretta dal professor Roberto Gerli offrirà
consulenze e informazioni alle donne nella giornata dell'11
maggio in uno spazio adiacente al Cup del S.Maria della
Misericordia.
Le malattie reumatiche, che nella maggior parte dei casi sono di
origine autoimmune, causano disturbi a carico dell'apparato
locomotore ed in generale dei tessuti connettivi dell'organismo.
Rappresentano un gruppo estremamente eterogeneo di malattie -
spiega una nota dell'ufficio stampa dell'ospedale - e si
presentano con espressione e gravità differenti, colpendo oltre
3,5 milioni di donne italiane. Inoltre, spesso esordiscono in
età giovane impattando sulla qualità della vita, sulla salute
riproduttiva e sulla pianificazione familiare.
Obiettivo della giornata sarà promuovere la consapevolezza e la
corretta informazione così come la prevenzione, la diagnosi e
l'accesso ai percorsi specialistici diagnostico-terapeutici
dedicati alle malattie reumatiche autoimmuni. In occasione
dell'(H)Open day sarà distribuita negli ospedali coi Bollini
rosa la brochure informativa "Malattie reumatiche
autoimmuni-Dalla pianificazione familiare alla genitorialità"
anche scaricabile gratuitamente dal sito di Onda
(www.ondaosservatorio.it). La brochure si propone di dare alle
donne le informazioni necessarie per affrontare con maggior
serenità e consapevolezza le decisioni che riguardano la
fertilità e il desiderio di maternità. I servizi offerti dagli
ospedali saranno consultabili a partire dal 24 aprile sul sito
www.bollinirosa.it dove sarà possibile visualizzare l'elenco dei
centri aderenti con indicazioni su orari e modalità di
prenotazione.
L'(H)Open day è promosso da Onda con il patrocinio di Istituto
superiore di sanità, Società italiana di reumatologia,
Associazione nazionale malati reumatici onlus e Associazione
nazionale persone con malattie reumatologiche e rare, ed è reso
possibile anche grazie al contributo di Ucb Pharma.
"Le malattie reumatiche autoimmuni sono patologie tipicamente
femminili e che spesso si manifestano tra i 15 e 45 anni, dunque
nel periodo più florido e produttivo, condizionando la qualità
di vita delle donne", spiega, nella nota, Francesca Merzagora,
presidente Onda. "Abbiamo quindi deciso di realizzare un
progetto dedicato con un'attenzione particolare alla salute
riproduttiva e alla pianificazione familiare, tematiche
complesse e molto sentite dalle giovani donne con malattia
reumatica. A seguito dell'Open day, ad ottobre, in occasione
della Giornata mondiale delle malattie reumatiche, organizzeremo
un evento live in streaming su Facebook dando la possibilità
alle utenti di rivolgere le domande nel corso della diretta allo
specialista intervistato. Da ultimo, in occasione del prossimo
Congresso nazionale della Società italiana di reumatologia (Sir)
a novembre, sarà attribuito un premio a una giovane ricercatrice
che si distinguerà per la miglior presentazione in tema di
'Malattie reumatiche e differenze di genere': la ricerca
scientifica in questo ambito sta evidenziando delle differenze
molto rilevanti tra i due generi che ne condizionano, nel segno
di una medicina sempre più personalizzata, l'approccio
clinico-diagnostico e terapeutico". "Circa 5 milioni sono i
pazienti con malattie reumatiche nel nostro paese e, di questi,
circa il 70% sono donne", afferma Angela Tincani, direttore U.O.
Reumatologia e Immunologia clinica, Asst-Spedali Civili di
Brescia. "Riconoscere questa realtà - spiega - propone diversi
temi di riflessione che per la Società italiana di reumatologia
hanno condizionato la nascita di un gruppo di studio dedicato.
Da un lato infatti stimola a cercare nelle differenze di genere
le ragioni di questa disparità di prevalenza. In questo senso
molto si sta muovendo nella ricerca per individuare i meccanismi
che causano la patologia con lo scopo finale di personalizzare
le cure alla persona, uomo o donna, nel suo insieme. Dall'altro
lato la grande prevalenza del sesso femminile nella popolazione
dei pazienti con malattie reumatiche pone gli operatori sanitari
davanti alla necessità di curare moltissime donne rispettando
tutte le necessità legate al genere".
"I trattamenti efficaci oggi disponibili - continua Angela
Tincani nella nota - pur non portando a guarigione, permettono
fortunatamente una buona qualità di vita. Di qui l'attenzione al
rispetto della 'salute della donna' nelle pazienti con malattie
reumatiche autoimmuni. Questo significa che se la malattia
esordisce in età fertile, il medico deve offrire alla donna la
possibilità di programmare la sua vita familiare e, nel limite
del possibile, indirizzare le cure nel rispetto della
fertilità". "Naturalmente - spiega ancora - il problema non si
esaurisce con l'età riproduttiva, anche la menopausa delle
pazienti con malattie reumatiche, con le varie comorbilità
connesse, è un periodo delicato da monitorare con attenzione".
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