Le ultime linee guida
nella gestione del paziente affetto da tromboembolismo venoso in
medicina interna e d'urgenza sono state al centro di un incontro
formativo organizzato dalla Simedet e dal Centro formazione
dell'Usl Umbria 1, ad Assisi, durante il quale sono stati
esaminati anche l'utilizzo corretto dei farmaci anticoagulanti e
la gestione adeguata dei pazienti in trattamento.
In particolare, anche a seguito dell'introduzione di numerosi
farmaci anticoagulanti per il trattamento del tromboembolismo
venoso (Tev) nonché delle nuove conoscenze in ambito di diagnosi
e terapia, si è evidenziata la necessità - è emerso
dall'incontro - di un adeguamento delle conoscenze relative alle
caratteristiche farmacologiche delle molecole e delle necessità
sanitarie dei pazienti. In questi ultimi anni, infatti, è stato
osservato un aumento delle complessità relative alle diverse
tipologie di pazienti, derivanti dall'aumento dell'età, dalla
coesistenza di numerose comorbosità, dalla presenza di
trattamenti farmacologici multipli. Si tratta di fattori che -
spiega l'Usl 1 in un comunicato - rendono i pazienti
estremamente complessi, e le decisioni cliniche e terapeutiche
devono necessariamente prendere in considerazione i numerosi
aspetti e non solo la patologia.
All'incontro sono intervenuti esperti di rilievo come il
dottor Adriano Murrone, direttore di Cardiologia Citta di
Castello, il dottor Paolo Diego L'Angiocola, attualmente a
Gorizia dopo un periodo formativo a Londra, e il direttore della
centrale operativa 118 dottor Francesco Borgognoni. Il dottor
Manuel Monti, responsabile facente funzione di Medicina
all'ospedale di Assisi e vicepresidente nazionale Simedet, ha
presentato nella sua relazione una ricerca che ha permesso la
creazione di un calcolo del rischio ad hoc riguardo la
tromboprofilassi: il TEVere score. Si tratta del primo score
validato per i pazienti ricoverati in medicina d'urgenza ed in
pronto soccorso che ha permesso, sin dal suo primo utilizzo, la
riduzione dei pazienti risultati "falsi negativi" che non
venivano trattati perché scambiati, per gli altri score, in
pazienti che non necessitavano di tromboprofilassi.
"E' ormai evidente che un moderno approccio riguardo la
patologia troboembolitica - ha detto il dottor Monti - necessita
di una visione multidisciplinare che permetta di valutare la
patologia nella sua completezza. Per questo l'incontro di Assisi
è stato molto interessante avendo messo insieme i responsabili
delle medicine interne della Usl Umbria 1 assieme a quelli
d'urgenza e a tutti gli altri specialisti che partecipano alla
gestione della malattia tromboembolitica. Inoltre, ha fornito
l'occasione per presentare uno studio italiano che per la prima
volta stratifica il rischio tromboembolitico nei pazienti
ricoverati in medicina d'urgenza. Con l'introduzione di questo
nuovo score, il TEVere score, anche i pazienti ricoverati nei
reparti di medicina d'urgenza possono avere finalmente un'idonea
stratificazione del rischio ed iniziare in tempi precoci la
profilassi trombotica".
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