Ogni anno In Italia vengono
eseguite circa 50 mila artroprotesi di ginocchio, interventi
costantemente in crescita per l'allungamento della vita, e anche
in Umbria il numero e in aumento. Tra centri di sanità pubblica
e privata e si è attestato su circa 2 mila annui. I
professionisti del settore hanno fatto il punto della
situazione, in un incontro all'ospedale di Perugia, evidenziando
il "sempre più massiccio" ingresso della tecnologia in sala
operatoria.
"Le crescenti aspettative del paziente affetto da artrosi,
inducono i professionisti ad incontri sempre più frequenti per
un necessario scambio di esperienze, con il confronto tra le
diverse tecniche", ha sottolineato il prof. Pierluigi Antinolfi
della struttura complessa di Ortopedia e traumatologia del Santa
Maria della Misericordia, promotore scientifico del meeting che
sì è svolto presso l'aula Rita Levi-Montalcini del Creo. Al
convegno hanno partecipato 60 professionisti che operano
prevalentemente in Umbria.
Tra i partecipanti - riferisce il Santa Maria della
Misericordia - anche il prof. Giuliano Cerulli, precursore di
tecniche chirurgiche per il ginocchio, fondatore della scuola
perugina famosa anche all'estero, che ha aperto i lavori con una
lezione magistrale.
"La chirurgia robotica - ha spiegato ancora il prof.
Antinolfi - è una realtà imprescindibile, applicabile oggi anche
nell'apparato muscolo scheletrico".
Durante il dibattito successivo alle diverse relazioni, sono
stati esaminati punti di forza e le criticità delle tecniche a
disposizione, affrontando anche il tema della sostenibilità
della spesa. I costi della tecnologia - è stato detto - sono
elevati e le apparecchiature sono sottoposte ad usura con
necessità di una costante manutenzione.
Il convegno ha anche evidenziato come la chirurgia robotica
offra al professionista un'assistenza continua. "Dietro l'angolo
c'è una chirurgia sempre più di precisione - ha sostenuto il
professor Auro Caraffa, presidente del convegno e direttore
dell'ortopedia all'ospedale di Perugia. "La tecnologia di cui
disponiamo - ha aggiunto - ha come finalità principale quella di
accorciare la fase della riabilitazione, con un abbattimento di
costi diretti ed indiretti".
Una sessione del convegno è stata anche dedicata alla
necessità del medico di fronteggiare le aspettative delle
aziende, interessata a proporre costantemente modelli di
tecnologia sempre più avanzata. "Fare una selezione delle
priorità e superare le resistenze al cambiamento: il compito del
medico non inizia e finisce in sala operatoria" ha detto ancora
il prof. Antinolfi. "Negli ultimi anni - ha aggiunto - abbiamo
praticato una chirurgia sempre meno invasiva, ma il sogno resta
quello di poter dimettere il paziente già poche ore dopo
l'intervento chirurgico".
Nel meeting si è parlato anche di alta tecnologia e percorsi
assistenziali più snelli. E' stato evidenziato in particolare
come il medico abbia anche l'obbligo di vigilare perché entrambi
gli aspetti che possono indurre i pazienti a rivolgersi a centri
fuori regione.
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