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Corruzione in appalti, in appello chieste 18 condanne

Corruzione in appalti, in appello chieste 18 condanne

Sei anni per Chiavazza e sette anni per tre impresari Edilvu

AOSTA, 11 maggio 2023, 18:10

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La conferma della condanna a sette anni di reclusione ciascuno per Loreno Vuillermin, Renza Dondeynaz e per il figlio Ivan Vuillermin - imputati in qualità di soci dell'impresa Edilvu di Challand-Saint-Victor - e della pena di sei anni di reclusione inflitta in abbreviato a Fabio Chiavazza, ex capo dell'ufficio tecnico di Valtournenche (pur con l'istanza di assoluzione per un abuso d'ufficio e un falso in atto pubblico): è quanto chiesto alla Corte d'appello di Torino dal sostituto procuratore generale Marcello Tatangelo durante il processo di secondo grado su un presunto giro di corruzione in appalti pubblici, con epicentro nel Comune di Valtournenche, risalente al periodo 2014-2018.
    Durante la requisitoria, durata tre ore e mezza, il magistrato ha chiesto inoltre la conferma delle altre condanne inflitte in abbreviato dal gup di Aosta - otto mesi ciascuno con la sospensione condizionale per l'ingegnere aostano Corrado Trasino e Adriano Passalenti e quattro mesi (pena sospesa) ciascuno per Rosario Andrea Benincasa di Caravacio e Stefano Rossi - e di condannare tutti gli imputati che erano stati assolti "perché il fatto non sussiste": Federico Maquignaz, Cristina Maria Camaschella, Nicolò Bertini, Giuseppe Zinghinì, Ezio Alliod, Marco Zavattaro, Giovanni Enrico Vigna, Ivan Voyat, Luca Frutaz e Stefano Trussardi. La parola è poi passata all'avvocato di parte civile per il Comune di Valtournenche, Davide Richetta. Alle difese toccherà il 19 e il 26 maggio prossimi, quindi si definirà una data per eventuali repliche e controrepliche e per la sentenza.
    Le accuse vanno - a vario titolo - dalla concussione alla corruzione, dall'abuso d'ufficio alla turbativa d'asta, dal falso ideologico all'abuso edilizio sino ai reati tributari.
    Chiavazza, tramite gare truccate e massimi ribassi, avrebbe favorito ''ditte amiche'' in cambio di alcune mazzette: accuse che ha sempre respinto, così come gli altri imputati.
   

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