La Chiesa ha bisogno
degli anziani e deve imparare a parlare a loro, non di loro. E'
questo il cuore del messaggio del Papa, per la II Giornata
mondiale dei nonni e degli anziani, presentato dal Cardinale
Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e
la vita.
Una questione, quella del ruolo degli anziani nelle comunità
ecclesiali e nella società, che deve essere affrontata "in
maniera non episodica, ma strutturale". "Volenti o nolenti, il
tema degli anziani condizionerà il nostro futuro", ha spiegato
Farrell, ricordando che "in alcuni paesi del mondo rappresentano
il 20% o più della popolazione".
Questo deve comportare un cambio di mentalità per la Chiesa:
oggi "parlare solo 'degli anziani' ha poco senso, è giunta ormai
l'ora per noi, d'imparare a parlare 'agli anziani'". Su questa
preoccupazione insiste il Papa, quando richiama "la necessità
che si delinei una pastorale ordinaria di questa stagione della
vita" per "offrire dei punti di riferimento a chi vive lo
smarrimento di scoprirsi invecchiato". Uno smarrimento a cui
contribuiscono anche le paure generate dalla pandemia, che negli
ultimi due anni ha colpito soprattutto le persone più anziane:
"Dobbiamo porci il problema - ha sottolineato il cardinale - di
come riportare in chiesa coloro che hanno smesso di frequentarla
per paura del contagio".
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Vittorio
Scelzo, responsabile della pastorale per gli anziani del
Dicastero per laici, famiglia e vita, e Giancarla Panizza, di
Auser, che ha sottolineato il ruolo dei volontari anziani.
Mentre la volontaria indiana Maria Francis, in collegamento da
Bangalore, ha raccontato di come ha accompagnato il nonno 93enne
rimasto vedovo dopo sessant'anni di matrimonio.
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