È in sintonia con le
raccomandazioni di papa Francesco sulla valorizzazione dei
reperti audiovisivi della Chiesa il volume di Gianluca della
Maggiore 'Le vedute delle origini su Leone XIII. Vaticano,
Biograph e Lumière' (edito da Utet Università), presentato ieri
sera nella Filmoteca Vaticana. Un luogo chiave nel falso storico
- ora definitivamente chiarito dal libro - che ha accompagnato
per decenni la narrazione intorno alla paternità delle prime
immagini cinematografiche di un pontefice. È proprio nella
Filmoteca Vaticana, in occasione della sua istituzione
ufficiale, nel 1959, che il breve filmato di papa Pecci nei
giardini vaticani venne mostrato come opera realizzata dai
fratelli Lumière. E da allora fino ad oggi - in documentari,
servizi giornalisti e sul web - si è sempre ripetuto che
l'autore fosse stato nel 1896 Vittorio Calcina, il
rappresentante in Italia della realtà francese.
Nessuno ha mai menzionato William Kennedy Laurie Dickson che
le realizzò due anni dopo per l'American Mutoscope and Biograph
Company. Eppure, come ricostruisce la ricerca, nell'Archivio
Apostolico Vaticano sono custoditi diversi documenti che lo
confermano. A cominciare dalla nota manoscritta del maggiordomo
del pontefice, il futuro cardinale Francesco Salesio Della
Volpe, indirizzata al delegato apostolico a Washington,
Sebastiano Martinelli, nella quale si descrivono
dettagliatamente le tre sedute di riprese effettuate da Dickson
tra giugno e luglio 1898. Le carte svelano inoltre i motivi
della rottura con gli operatori statunitensi: il Vaticano li
accusò di fare un commercio scandaloso delle immagini del Papa,
arrivando persino ad ipotizzare un'azione legale.
"Un libro che consente di fare luce su una vicenda
controversa", ha affermato il prefetto del Dicastero per la
comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini, che nel saluto
introduttivo si è soffermato sull'importanza di valorizzare i
reperti storici per salvaguardare la cultura e tramandarla alle
nuove generazioni. Ribadendo la necessità di mantenere vivi i
rapporti con le altre istituzioni vaticane specializzate sul
passato, la ricerca riflette la missione incoraggiata dal Papa
che la Fondazione MAC - Memorie Audiovisive del Cattolicesimo
persegue in tandem con il Centro di ricerca CAST - Catholicism
and Audiovisual Studies dell'Università UniNettuno.
Nel suo intervento, monsignor Dario Edoardo Viganò,
presidente della Fondazione MAC - Memorie Audiovisive del
Cattolicesimo e vicecancelliere della Pontificia Accademia delle
Scienze Sociali, ha sottolineato che "è verosimile pensare che
il raccordo con gli altri archivi vaticani - dove è presente
tutta la documentazione che ha permesso la scrittura di questo
volume - avrebbe fin dall'inizio consentito alla Filmoteca
Vaticana di trattare con maggiore accuratezza filologica il
documento filmato su Leone XIII interrompendo immediatamente la
catena di diffusione della versione attribuita a Calcina o,
perlomeno, fornendo una sua contestualizzazione".
"Un giallo appassionante", ha affermato Paolo Mieli nel corso
della presentazione. Il giornalista e saggista ha voluto
condividere le suggestioni personali stimolate dalla lettura del
libro soprattutto in merito alle conseguenze positive per la
fede derivanti dall'utilizzo dei media da parte dei pontefici.
"Non vi è dubbio che quel breve filmato sia stato realizzato da
Dickson, ma - ha sottolineato Mieli - ha avuto una grande
risonanza ed ha rappresentato un test clamoroso per la
potenzialità del cinema".
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