"Certamente c'è sgomento, una
notizia che non ci aspettavamo. Il Papa aveva affrontato e
superato delle crisi importanti nei mesi passati. Ieri lo
abbiamo visto tra la folla, nel luogo che tanto amava, dal
balcone centrale della Basilica, dove si mostrava al popolo. Non
possiamo che essere profondamente addolorati, sgomenti, ma anche
certi della speranza". Sono le parole di monsignor Giuseppe
Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei.
"Il Papa è stato chiamato da Cristo risorto a godere della
Sua presenza, proprio nel giorno in cui celebriamo la
Resurrezione. Il Papa iniziò il suo cammino e si fece conoscere
al mondo da quel balcone, proprio da lì si è concesso ieri alla
gente. In un certo senso, l'inizio e la fine si sono
intrecciati. Anche allora chiese la preghiera del popolo, ieri
ha benedetto il popolo, nel segno della fede nella Resurrezione.
È una provvidenza che guida la Chiesa, anche nei momenti di
sofferenza. Il Papa - sottolinea mons. Baturi - ha vissuto la
malattia senza vergogna, raccontandola con grande
responsabilità, ma sempre con un impegno costante. Anche nei
giorni più difficili ha continuato a lavorare intensamente, con
comunicazioni, documenti e messaggi fino a ieri. La grande
preghiera per la pace, per il rispetto della dignità umana, è
stata l'ultima sua immagine".
"Ha iniziato il suo cammino tra la gente - prosegue il
segretario della Cei - e ha concluso il suo percorso nel
medesimo modo, chiedendo pace. Ha cercato instancabilmente di
ripristinare condizioni di libertà e giustizia nel mondo, per
salvaguardare la dignità di ogni uomo. Tra le immagini che ci
restano, ricordo il primo viaggio del Papa a Cagliari. Nel
settembre del 2013 era stato a Lampedusa, e poco dopo venne qui,
portando con sé un legame speciale con la nostra città, in
particolare con la Madonna di Bonaria, che ha un forte legame
con Buenos Aires. Quando mi ha nominato vescovo di Cagliari, il
Papa mi ha voluto parlare per condividere con me il suo affetto
per questa città, anche per il legame con la Madonna di Bonaria.
Quando venne qui, pronunciò un discorso bellissimo, chiedendo di
ricevere lo sguardo di misericordia della Madre, ma anche di
saper guardare con misericordia reciproca. Ha incontrato la
realtà della città, della diocesi, il mondo della cultura, dei
giovani, del lavoro, dei carcerati, delle suore di clausura,
volendo farsi tutto per tutti. Il messaggio che ha voluto
lasciare riguarda una Chiesa sempre più aperta e partecipe, una
Chiesa che ascolta la povera gente e la coinvolge in processi di
bene, affinché la cultura diventi uno strumento per il progresso
della Chiesa e della società".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA