(di Stefano Secondino)
Dopo due settimane di riti,
congregazioni, incontri riservati, il conclave è cominciato
davvero. Il mondo guarda ai 133 cardinali chiusi nella Cappella
Sistina. E loro guardano allo Spirito Santo, che deve guidarli.
E proprio lo Spirito Santo è stato il più invocato dai
porporati nella prima giornata. Alla mattina alle 10, si sono
ritrovati tutti, elettori e non, nella basilica di San Pietro,
per la messa "Pro Eligendo Romano Pontifice". È la celebrazione
nella quale i cardinali invocano l'intervento dello Spirito
Santo prima del conclave. A San Pietro i porporati erano in
tutto 220. Hanno concelebrato gli elettori, sotto la guida del
cardinale decano, Giovan Battista Re (che non voterà). Ad
assistere alla messa, circa 5.000 fedeli.
Al termine del rito i cardinali sono andati a pranzo e si
sono goduti le ultime ore di riposo e di contatto con il mondo.
Prima di consegnare il telefonino, proibito in questi giorni, i
più social hanno lasciato un ultimo post.
Alle 15:45, i 133 cardinali elettori si sono ritrovati
davanti a Santa Marta. I porporati di rito latino indossavano la
veste rossa con la fascia, il rocchetto, la mozzetta, la croce
pettorale con cordone rosso e oro, l'anello, lo zucchetto e la
berretta. I cardinali delle Chiese orientali indossavano l'abito
corale loro proprio.
A piedi o sui pullmini, i prelati hanno raggiunto il Palazzo
Apostolico, e si sono raccolti nella Cappella Paolina per un
momento di preghiera. Da qui, sono partiti in processione verso
la Sistina, recitando le litanie dei Santi. L'elenco dei santi
invocati è stato riformato da Paolo VI, ma la prima versione
risalirebbe a papa Gregorio Magno nel 590.
Fra la Paolina e la Sistina ci sono solo i 40 metri della Sala
regia. Nella sede del conclave, i cardinali hanno invocato di
nuovo l'aiuto dello Spirito Santo, intonando il "Veni Creator":
"Vieni, spirito creatore vieni, o Spirito creatore, visita le
nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato".
Quindi i cardinali hanno giurato, prima collettivamente, poi
singolarmente. Il decano del conclave, Pietro Parolin, ha
pronunciato la formula del giuramento, di rispetto della
Costituzione apostolica, del ministero petrino e del segreto.
Quindi i singoli prelati hanno pronunciato il proprio nome
ponendo la mano sul Vangelo, aggiungendo "prometto, mi obbligo e
giuro".
Completato il giuramento, il maestro delle cerimonie,
l'arcivescovo Diego Ravelli, ha intimato l'"extra omnes", e ha
fatto uscire tutti quelli che non devono rimanere in Sistina. Il
cardinale indiano George Jacob Koovakad ha chiuso la porta della
Cappella. Spetterà a lui riaprirla, ogni volta che ce ne sarà
bisogno durante il conclave.
I cardinali hanno ascoltato la meditazione del predicatore
della Casa Pontificia, Raniero Cantalamessa. Quindi, il cardinal
decano del conclave, Pietro Parolin, ha avviato la prima
votazione.
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