(di Stefano Secondino)
Papa Prevost ha scelto il nome del
pontefice della Rerum Novarum, Leone XIII, autore dell'enciclica
che fondò la dottrina sociale della Chiesa. Prendere il nome di
Leone XIV è già un'indicazione del Papa che vuol essere Robert
Prevost: un progressista attento alla realtà del mondo, pronto
ad adeguare la Chiesa alle sfide della modernità. Proprio come
Leone XIII dal cui magistero presero le mosse i sindacati, le
associazioni e i partiti cattolici.
Leone XIII, al secolo Vincenzo Gioacchino Pecci, pontefice
dal 1878 al 1903, pensava che la Chiesa dovesse esercitare il
suo magistero anche in campo sociale e politico. Lavorò per
porre fine alla politica anticlericale di Bismarck in Germania,
e per riavvicinare i cattolici alla Repubblica francese
laicista.
Stabilì contatti con Stati Uniti e Russia, roccaforti di
protestantesimo e ortodossia, e migliorò i rapporti con Regno
Unito e Spagna, mediando nella guerra ispano-americana del 1898.
Precedenti significativi, per un Papa statunitense che ha
lavorato a lungo in Sudamerica.
Ma è nel rapporto con la cultura moderna che Leone XIII
lasciò il segno più profondo. Con l'enciclica "Immortale Dei"
del 1885, negò il conflitto fra scienza e religione. Ma
soprattutto, con l'enciclica "Rerum Novarum" del 1893, fondò in
pratica la moderna dottrina sociale delle Chiesa.
Il documento, rivoluzionario per il mondo cattolico
dell'epoca, affrontava la questione dei diritti e dei doveri del
capitale e del lavoro, e cercava una terza via cristiana, fra il
liberalismo capitalista e il socialismo rivoluzionario. Contro
lo sfruttamento capitalistico e la lotta di classe, Leone XIII
sosteneva la necessità della collaborazione fra le classi.
La svolta di Leone XIII viene proseguita dai pontefici
successivi, con la "Quadragesimo Anno" di Pio XI del 1931, la
"Mater et Magistra" di Giovanni XXIII del 1961, la "Populorum
progressio" di Paolo VI del 1967, la "Centesimus Annus" di
Giovanni Paolo II del 1991.
Quale sarà adesso la linea di Leone XIV? Il cardinal Prevost
è considerato un progressista fedele a Bergoglio. E' stato
missionario e poi vescovo in Perù, con una particolare
attenzione ad emarginati e migranti, molto apprezzata da papa
Francesco. Come prefetto del Dicastero per i vescovi, ha
forgiato una generazione di religiosi aperti e innovatori,
"bergogliani". La scelta del nome del Papa della Rerum Novarum,
conferma questa immagine progressista del nuovo pontefice.
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