La Sicilia avrà un inedito
osservatorio ecclesiale sulla mafia. Non imitando quelli che
esistono in vari enti pubblici e privati, ma che abbia uno
sguardo cristiano su un fenomeno pervasivo e profondamente
antievangelico, che offra un nuovo punto di vista e contribuisca
a sradicare troppe commistioni e contiguità, come dimostrano i
casi di processioni religiose "controllate" da altri interessi.
Lo chiede un gruppo di sacerdoti palermitani, che hanno firmato
una lettera e l'hanno consegnata a monsignor Corrado Lorefice.
L'arcivescovo di Palermo ha accolto con favore la proposta e
l'ha depositata alla Conferenza episcopale siciliana, che la
esaminerà in autunno, scrive il Giornale di Sicilia. L'idea,
portata avanti da don Francesco Michele Stabile e don Cosimo
Scordato e condivisa da numerosi altri confratelli diocesani, è
quella di un osservatorio permanente che tenga conto del lavoro
svolto dagli anni Ottanta in poi dalla Chiesa siciliana, che è
stata colpita, come tutta la società, dalle stragi del 1992 e
dall'assassinio "in odium fidei" di don Giuseppe Puglisi nel
1993, proclamato martire.
Forte delle riflessioni e dei documenti elaborati
dall'episcopato siciliano e dai pontefici, l'osservatorio
dovrebbe incidere soprattutto nella formazione di clero e laici,
nell'accompagnare scelte pastorali che siano sempre coerenti,
nella promozione della ricerca e dello studio sul fenomeno
mafioso e sulle modalità di intervento della Chiesa. Il punto di
vista cristiano dovrebbe stimolare anche percorsi di fede che
possano incidere in una vera conversione del mafioso, con un
conseguente cambiamento di vita.
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