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S.Sede-Italia: compie 40 anni il nuovo Concordato

S.Sede-Italia: compie 40 anni il nuovo Concordato

La firma di Craxi e Casaroli il 18 febbraio del 1984

ROMA, 09 febbraio 2024, 11:13

di Manuela Tulli

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una occhiata fugace al quadro di Giuseppe Garibaldi e poi la battuta: "Peppino perdonaci". Così Bettino Craxi si preparava a firmare, il 18 febbraio del 1984, lo storico accordo con la Santa Sede per la revisione del Concordato. Accanto a lui l'allora Segretario di Stato Agostino Casaroli. L'aneddoto è stato ricordato nella giornata di studi organizzata dall'Ambasciata italiana presso la Santa Sede e la Fondazione Craxi. Una occasione non solo per ripercorrere la storia e la genesi di quell'evento ma anche per sottolineare la novità, valida tuttora, di un accordo in cui si sanciva il rispetto dei ruoli e degli ambiti di competenza, ciascuno per la propria parte.
    "Quell'accordo dimostrò che nel nostro Paese si può applicare il precetto evangelico 'rendete a Dio quel che è di Dio, a Cesare quel che è di Cesare'", ha affermato il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
    Una peculiare laicità "non ostile, ma collaborativa", sulla base di valori condivisi basati sulla responsabilità per i bisogni materiali e spirituali della persona. È quanto emerge, a 40 anni di distanza dalla firma della modifica del Concordato, tuttora il "quadro di riferimento per uno sviluppo sereno del rapporto tra Stato e Chiesa". A ribadirlo è stato il cardinale Segretario di Stato Stato Pietro Parolin, nella giornata di approfondimento aperta dai saluti dell'ambasciatore italiano presso la Santa Sede Francesco Di Nitto.
    Il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi, ha evidenziato la novità portata nell'84, ovvero "il radicale cambiamento del sistema di finanziamento per la Chiesa". Un finanziamento che comportava "un rischio per la Chiesa, un rischio che è stato accettato".
    A raccontare come nacque il meccanismo dell'8 per mille è stato il presidente della Commissione esteri della Camera, Giulio Tremonti. "Il nodo era superare le congrue ma allo stesso tempo evitare il blocco dei soldi alla Chiesa", con il quale non sarebbe stata possibile la firma per il nuovo Concordato. "Per questo scegliemmo di lavorare sull'Irpef, la regina delle imposte, ma con un nuovo meccanismo: fi esclusa infatti l'ipotesi delle deduzioni che non apparteneva molto alla nostra cultura ma più a quella del mondo anglosassone".
    Diversi i protagonisti della trattativa di 40 anni fa, da Gennaro Acquaviva a Francesco Margiotta Broglio.
    "L'eredità di quella stagione di Accordi di libertà va oggi raccolta e reinterpretata, su scala più ampia e globale. Lo spirito di quella stagione che ha dato buoni frutti - ha concluso la presidente della Commissione Esteri Stefania Craxi - può rappresentare un punto di riferimento per un presente incerto, per un tempo inquieto e senza pace, per rilanciare un'azione condivisa nella società all'insegna della crescita del cittadino. Non c'è pace tra i popoli senza il Papa, non c'è pace tra i popoli e nei popoli se non c'è pace tra gli Stati, ma anche se non c'è pace tra le religioni e nelle religioni, che restano una fonte inesauribile di saggezza e cultura, antidoti contro ogni deriva".
   

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