(di Manuela Tulli)
Una preghiera per l'Ucraina ma anche
per tutte le altre zone del mondo piagate da un conflitto perché
siamo "nella terza" guerra mondiale. Lo ribadisce Papa Francesco
al Colosseo chiudendo la tre-giorni organizzata dalla Comunità
di Sant'Egidio "Il grido della pace". Pace che in Europa è stata
"gravemente violata, ferita, calpestata".
"L'invocazione della pace non può essere soppressa: sale dal
cuore delle madri, è scritta sui volti dei profughi, delle
famiglie in fuga, dei feriti o dei morenti. E questo grido
silenzioso - sottolinea il Papa - sale al Cielo. Non conosce
formule magiche per uscire dai conflitti, ma ha il diritto
sacrosanto di chiedere pace in nome delle sofferenze patite, e
merita ascolto. Merita che tutti, a partire dai governanti, si
chinino ad ascoltare con serietà e rispetto. Il grido della pace
esprime il dolore e l'orrore della guerra, madre di tutte le
povertà".
La guerra nel cuore dell'Europa che non si ferma, la minaccia
nucleare, ma anche i tanti profughi che lasciano le loro terre
per sfuggire ai conflitti. Viene ricordata questa umanità
sofferente al Colosseo, luogo simbolo delle sofferenze dei
martiri cristiani.
Ci sono molti leader religiosi del mondo (ma manca il
Patriarca di Mosca Kirill) perché "solo la pace è santa" dice
Francesco facendo suo l'appello di Giovanni XXIII quando nel
1962 l'umanità era vicina, come oggi, ad un conflitto mondiale
senza ritorno: "Noi supplichiamo tutti i governanti a non
restare sordi a questo grido dell'umanità", diceva Papa Roncalli
e ripete oggi Papa Bergoglio.
Ad accogliere il pontefice arrivato al Colosseo sono stati il
neo ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il sindaco di
Roma Roberto Gualtieri, il fondatore di Sant'Egidio Andrea
Riccardi e il presidente della Comunità Marco Impagliazzo.
"Milioni di persone esprimono, in modi diversi, una volontà:
'Basta con la guerra!'. Dall'Ucraina bombardata, dalle trincee
del Donbass, si alza il grido dei feriti, dei morenti, il
lamento dei familiari e degli amici", ha detto Impagliazzo
ripetendo che "non esistono le 'guerre giuste' e le 'guerre
sante'".
Sul palco dell'evento conclusivo c'era anche Edith Bruck,
sopravvissuta alla Shoah, che ha vissuto sulla sua pelle gli
orrori della guerra e del nazismo. Ed è stata lei a consegnare
ai giovani l'appello per la pace firmato dai leader di tutte le
fedi presenti. Un passaggio di testimone per sperare che
l'escalation di questo ennesimo conflitto si possa ancora
fermare.
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