'Rifondare' il desiderio di architettura, premere l'acceleratore sulla ricerca; anzi, la Biennale di Venezia mette in gioco altri settori - Danza, Musica, Teatro e Cinema - per farsi essa stessa 'ricerca'. La 14. edizione della mostra di architettura, quest'anno affidata all'architetto olandese Rem Koolhaas, in programma dal 7 giugno al 23 novembre, sembra segnare, come avvenuto con l'ultima esposizione d'arte a firma Massimiliano Gioni, un prima e un dopo nella storia centenaria della realtà culturale veneziana. Con Koolhaas - rileva Baratta - "daremo vita a una grande Biennale di ricerca sull'Architettura". Non una rassegna dedicata agli architetti, quindi, ma un percorso che porrà sul piatto del dibattito una analisi sugli ultimi cento anni del 'costruire'. Sul piano numerico, le partecipazioni nazionali saranno 65 (dieci in più della passata edizione), con 11 'new entry': Azerbaijan, Costa d'Avorio, Costa Rica, Repubblica Domenicana, Indonesia, Kenya, Marocco, Mozambico, Turchia, Nuova Zelanda, Emirati Arabi Uniti.
Racchiuse sotto il titolo 'Fundamentals', che suona come un manifesto programmatico, il curatore articola la sua 'lettura' attraverso tre manifestazioni complementari, a partire dalla mostra 'Elements of Architecture', al Padiglione centrale a Giardini. Rassegna che "si concentrerà - rileva Koonhaas - sugli elementi fondamentali dei nostri edifici, utilizzati da ogni architetto, in ogni tempo e in ogni luogo: come pavimenti, pareti, soffitti, tetti, porte, finestre, scale". Elementi comuni che passano spesso in secondo piano rispetto all'involucro-edificio che li contiene; ma che tuttavia costituiscono l'Abc dell'architettura. Elementi che a una analisi al microscopio - come dice il curatore - "appaiono come una combinazione instabile in cui confluiscono orientamenti culturali, simbolismi dimenticati, sviluppi tecnologici e mutamenti generati da una globalizzazione sempre più intensa".
Un esempio possibile? le 'porte' dei sistemi di controllo agi aeroporti. All'interno della mostra, una fabbrica belga produrrà delle finestre che saranno poi testate in loco.
Per Baratta, Koolhaas "va dritto al segno", ripercorre la storia della modernità negli ultimi 100 anni e sviluppi recenti, "ripropone in una nuova prospettiva elementi che dovrebbero costituire i riferimenti per un rigenerato e attuale rapporto tra noi, la nostra civiltà e l'architettura". "Dobbiamo riappropriarci degli elementi fondamentali - sostiene con forza Baratta - per tornare a desiderare. Dobbiamo tornare a chiederci cosa vogliamo. Finché non ci sono domande gli architetti andranno per la loro strada e noi per la nostra". E non un problema di 'archistars": "le spaventose uniformità che si vedono in gito per l'Italia sono state opere di archistars?" si è chiesto con una punta polemica Baratta.
'Fundamentals' contiene una serie di novità non irrilevanti: ai padiglioni stranieri il curatore ha riservato un argomento specifico su cui cimentarsi - 'Absorbing Modernity 1914-2014 - e alle Corderie dell'Arsenale troverà posto 'Monditalia'. "In un momento di trasformazione politica cruciale - ricorda Koolhaas -, abbiamo scelto di guardare all'Italia come a un paese 'fondamentale', unico nel suo genere ma con alcune peculiarità - in particolare la coesistenza di immense ricchezze, creatività, competenze e potenzialità con la turbolenza politica - ciò che fa di questo paese un prototipo della situazione attuale". In questo spazio, la Biennale conterrà tutta la Biennale, perché ci saranno i contribuiti degli altri settori. Non con iniziative "affiancate", dice Baratta, ma "integrate" alla mostra di Architettura, con seminari e incontri. "Tre anni fa - sottolinea il presidente - definii la Biennale come 'la macchina del vento' che solleva le questioni. Adesso non basta più fare il vento; dobbiamo diventare la 'macchina del desiderio' per l'arte e l'architettura".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA