In Italia ''c'è, giustamente, molta attenzione al piano della tutela, ma c'è anche poca attenzione al tema della modernità.
E da questo punto di vista c'è molto da fare, tanto più che non c'è nessuna contraddizione con la necessità di investire sulla tutela, non sono due cose alternative, anzi.''.
Ne è convinto il ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini, che affronta il tema presentando con il presidente della Biennale Paolo Baratta e l'architetto Cino Zucchi, direttore del Padiglione Italia, il tema scelto per la partecipazione italiana alla 14 esima Biennale Architettura, ''Innesti Grafting''.
''Va molto valorizzata la presenza nell'arte e nell'architettura contemporanea'', dice Franceschini, che sottolinea di avere ''un concetto molto estensivo delle competenze del Mibact'' e lancia una sorta di annuncio-appello per la rigualificazione delle periferie: ''ci si occupa giustamente della tutela e della valorizzazione dei centri storici, ma l'Italia è fatta anche di periferie urbane di cui non ci si occupa''.
L'idea, spiega il ministro mutuando il concetto di 'innesti' dal titolo scelto da Zucchi per il Padiglione Italia (Innesti grafting) è quella di ricorrere ai segni del contemporaneo, dell'arte e dell'architettura innestandoli anche nelle zone periferiche delle città nell'ambito di un ''grande progetto di valorizzazione delle periferie italiane''. ''In parte ce ne sono già ma sono pochi - ribadisce Franceschini - perché c'è stata fino ad oggi poca attenzione al tema da parte della classe politica locale e nazionale''. Rispondendo ad una domanda sul tema, il ministro si è detto quindi favorevole all'idea di concorsi pubblici per i progetti di architettura, (''una formula che va incentivata - dice- anche pensando alla riqualificazione delle periferie'') e ha spiegato di pensare ad un ''meccanismo di incentivi'' per favorire gli interventi di qualità nelle periferie.
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