Il Comune di Venezia rilancia l'idea, come fece nel 2015, di vendere l'opera di Klimt, 'La Giuditta' per recuperare i fondi da destinare al progetto 'Il Bosco dello Sport', dopo le perplessità di Bruxelles sull'utilizzo dei fondi del Pnrr per finanziare l'opera. Ad avanzare nuovamente la proposta è Renato Boraso, assessore lagunare alla mobilità, alle infrastrutture e alla viabilità che dichiara che "se proprio non si troverà una soluzione, una via d'uscita estrema per recuperare le risorse c'è: possiamo vendere la Giuditta di Klimt. Nel 2015 quando l'idea venne al nostro sindaco Luigi Brugnaro, l'opera era valutata tra i 70 e i 90 milioni di euro, adesso varrà sicuramente di più. Proprio la somma di cui c'è bisogno".
Boraso fa riferimento a quei 93,5 milioni di euro del finanziamento agognato tramite il Pnrr che servirebbe per il 'Bosco dello Sport', un complesso che include lo stadio e un' arena in un'area verde, progetto valutato in 308 milioni di euro, attraverso anche fondi pubblici. Ma Bruxelles, pur se non ha ancora deciso, sembra propendere per uno stop al finanziamento del Pnrr oltre che per Venezia anche per la riqualificazione dello stadio Artemio Franchi di Firenze.
Boraso ha quindi rispolverato l'ipotesi già avanzata nel 2015 dal sindaco Brugnaro di vendere delle opere d'arte di proprietà dei Musei Civici, in particolare un Klimt e uno Chagall, per far quadrare i bilanci. Una provocazione che vide al tempo la netta contrarietà dell'allora sottosegretaria ai Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni, e che ora dopo le dichiarazioni dell'assessore veneziano seguiranno sicuramente nuove critiche.
In una nota, l'assessore comunale ha poi chiarito che il Comune Venezia non ha alcuna intenzione di vendere la Giuditta di Klimt. Si è trattato - ha aggiunto - di "un pesce d'aprile consegnato in ritardo alla Nuova di Venezia". L'assessore ricorda di non essere nuovo a queste boutade: "il primo di aprile avevo rilanciato su Gazzettino e Corriere del Veneto la ripresa del progetto della sublagunare, con tanto di disegni del fantomatico professore Giappone Mizuno Nasaj, abbandonato in realtà nei primi anni Duemila. Ma le due testate locali, conoscendolo, ne avevano subito colto la vena ironica". "La Nuova Venezia - osserva - sta trattando la vendita delle quote della proprietà, forse si sono distratti ed hanno accumulato un po' di ritardo nelle notizie… 9 giorni dopo, per questo li comprendo. In compenso - precisa - ho animato la discussione sulle tavole di Pasqua e Pasquetta. Il Klimt resta a Venezia. Anzi, ad essere sinceri ora è al Mart di Rovereto, prestato nell'ambito di una stretta collaborazione tra i due musei. Andate a visitarlo se siete da quelle parti. Ma - conclude - tornerà presto a Ca' Pesaro".
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