Il Dna antico aiuta a ricostruire
la storia delle migrazioni nell'Impero romano. E' quanto ha
fatto la ricerca internazionale pubblicata online su eLife e
coordinata dall'Università di Stanford. L'Italia vi ha
partecipato con l'Università di Padova.
Lo studio si basa sull'analisi di migliaia di genomi antichi
(di cui 204 inediti), estratti da resti scheletrici rinvenuti in
Europa, Asia e Africa,
Durante la lunga storia dell'Impero Romano, diverse
popolazioni si sono connesse in modi nuovi, attraverso le rotte
commerciali, gli scambi economici, le politiche imperiali e le
relative imprese militari. Il Dna antico ha adesso permesso di
ricostruire un quadro dettagliato delle migrazioni e spostamenti
a lungo raggio durante il periodo di massimo splendore
dell'Impero.
o studio ha mostrato quanto fossero diverse le aree
dell'Impero romano dal punto di vista della ascendenza genetica.
Almeno l'8% degli individui inclusi nello studio non proveniva
dall'area dell'Europa, dell'Africa o dell'Asia in cui erano
sepolti.
"Queste nuove tecnologie permettono di complementarsi in modo
totale allo studio del passato che, grazie alle fonti e alla
storia che da anni viene studiata, trova conferma e nuovi spunti
nelle ricerche di paleogenetica - dice Luca Bondioli, docente
dell'Università di Padova e co-autore della ricerca -. Si è
scoperto, inoltre, che tra le persone non originarie del luogo
in cui sono state sepolte, esistevano dei modelli comuni di
ascendenza genetica, e ciò ha permesso di spiegare meglio come
le rotte commerciali e i movimenti delle legioni abbiano
alimentato la diversità".
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