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Jude Law, io poliziotto Fbi contro il suprematismo bianco

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Jude Law, io poliziotto Fbi contro il suprematismo bianco

In concorso The Order, thriller politico di Kurzel con Hoult

LIDO DI VENEZIA, 31 agosto 2024, 17:53

Redazione ANSA

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The Order di Justin Kurzel, passato in concorso a Venezia '81, è un thriller classico, che si svolge nell'America del 1983, pieno delle giuste atmosfere e ambientato all'interno del suprematismo bianco, una 'fede' oltre che un'ideologia oggi più viva che mai.
    Un bizzarro Jude Law, con i baffi nel film, è Terry Husk, problematico poliziotto dell'Fbi, tabagista, alcolista e depresso che si ritrova a un certo punto coinvolto in tutta una serie violentissima di rapine in banca e a mezzi blindati che terrorizza il nord-ovest degli Stati Uniti. La polizia brancola nel buio e sarà proprio lui, agente di stanza nella pittoresca e sonnolenta cittadina di Coeur d'Alene in Idaho, a capire che non si tratta di criminali comuni, ma di un gruppo di pericolosi terroristi di destra al seguito di un leader radicale e carismatico, Robert Jai (Nicholas Hoult), che sta tramando di mettere in atto una devastante guerra contro il governo degli Stati Uniti.
    Tra svastiche, cappi, citazioni dai Diari di Turner - libro 'maledetto' avvistato in compagnia di Timothy J. McVeigh che nel 1995 uccise 168 persone a Oklahoma City e rispuntato poi a giugno 2015 a Charleston quando Dylann Roof freddò nove afro-americani - e riunioni nel segno della supremazia bianca, The Order ci fa seguire l'indagine serrata di Husk che, affiancato dal poliziotto locale Bowen (Tye Sheridan), si mette sulle tracce del carismatico e per certi versi affine nemico.
    "Il film doveva essere fatto - dice Jude Law che ne è anche produttore - perché c'è qualcosa di pertinente al mondo di oggi, su quanto possa essere facile manipolare i deboli. L'America, come altri paesi, è una società divisa. Noi parliamo in The Order di un'ideologia pericolosa e di come possa germinare soprattutto tra persone vulnerabili e sfruttate. Il razzismo - conclude l'attore britannico 52enne - aggrega gli ultimi della società e crea una comunità, una famiglia".
   

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