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Phase vorrebbe aumentare produzione a Genova e Uilm la aiuta

Phase vorrebbe aumentare produzione a Genova e Uilm la aiuta

Per fare batterie e riciclare terre rare. 'Ma area è bloccata'

GENOVA, 28 novembre 2023, 14:29

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Potrebbero nascere a Genova Sestri Ponente, all'interno degli spazi della società Phase, la prima fabbrica italiana di batterie per la mobilità elettrica e il primo impianto europeo di riciclaggio delle terre rare contenute nei motori ad alte prestazioni. Due tecnologie particolarmente innovative sulle quali, ad oggi, il monomio è della Cina.
    L'ipotesi è in fase abbastanza avanzata ma, ad oggi, resta uno scoglio da superare, quello dell'acquisizione di nuovi spazi dove accogliere queste lavorazioni. Phase, che occupa i capannoni dal 2018, ha infatti più che raddoppiato l'occupazione passando da 80 a circa 200 dipendenti, ma potrebbe crescere ancora. Per farlo, però, servono 14000 mq che sono ancora da ristrutturare e che potrebbero ospitare queste attività.
    "Il problema è che un pezzo di quest'area è ancora bloccato - spiega Marco Venturini, amministratore unico di Phase - perché la parte demaniale è occupata legittimamente, con un contratto di 25 anni, ma quella restante è parte di un consorzio di banche con il quale stiamo cercando di negoziare ma non riusciamo perché non troviamo un interlocutore". A chiedere di sbloccare la situazione c'è la Uilm che in occasione dell'assemblea pubblica di Confindustria, svolta all'interno dello stabilimento, ha diffuso un volantino nel quale chiede alle istituzioni di convocare il pool di società di leasing per liberare quest'area.
    "Trovo paradossale che questi signori del credito speculino evitando la crescita della società - spiega il segretario Antonio Apa -. Sono 5 anni che questi istituti cercano di rifiutare qualsiasi offerta pensando di realizzare molto denaro e intanto si assiste allo sgretolamento dei capannoni". La sinergia tra sindacato e azienda va in una direzione comune: "I sindacati ci stanno aiutando e questo è un caso positivo di collaborazione - sottolinea Venturini - perché gli scopi sono gli stessi, creare lavoro e cose utili per l'umanità".
   

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