Gli Stati Uniti sono pronti a riconoscere il controllo russo sulla regione ucraina della Crimea, come parte di un più ampio accordo di pace tra Mosca e Kiev. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Bloomberg, citando fonti a conoscenza della questione.
Con l'obiettivo di raggiungere una tregua in Ucraina entro la Pasqua ormai andato in fumo, gli Stati Uniti mettono in chiaro che la loro pazienza ha un limite. E che se non si sbloccherà in qualche modo la trattativa tra russi e ucraini - qualunque sia il costo - sono pronti a sfilarsi dal negoziato: "Se una delle due parti si comporta da stupida, siamo pronti ad andarcene dal tavolo dei negoziati", ha minacciato Donald Trump dando man forte al suo segretario di Stato Marco Rubio, che poche ore prima da Parigi aveva sottolineato la necessità per Washington di "valutare nei prossimi giorni se la pace è fattibile o meno". E "se non è possibile, dobbiamo andare avanti" e "voltare pagina". Perché "non è la nostra guerra" e "gli Stati Uniti hanno altre priorità".
"Se la tregua non è possibile, se siamo così distanti, allora penso che il presidente sarà probabilmente arrivato al punto in cui dirà che abbiamo finito", ha rincarato il capo della diplomazia americana. Eppure, come spesso è capitato in questi pochi mesi di secondo mandato del tycoon, i segnali da Washington si presentano contraddittori: Trump si è detto convinto che la Russia non lo sta "prendendo in giro", mentre da Roma, il vicepresidente Usa JD Vance ha espresso "ottimismo" sul percorso verso una tregua. Di "progressi" ha parlato anche il Cremlino, riconoscendo tuttavia che il negoziato resta "complicato" e le trattative "difficili".
Se infatti Kiev ha accettato la proposta di un cessate il fuoco totale di 30 giorni, è Mosca che non mostra alcuna intenzione di accettare la tregua. Eppure, il piano statunitense sembra essere particolarmente vantaggioso per il Cremlino. Stando a Bloomberg, che cita fonti europee, gli americani hanno presentato la loro visione per la fine dello scontro in Ucraina durante gli incontri a Parigi giovedì: la proposta congelerebbe di fatto la guerra, con i territori ucraini ora occupati dalla Russia che rimarrebbero sotto il controllo di Mosca. Anche le aspirazioni di Kiev di aderire alla Nato sarebbero escluse dal tavolo, mentre è in ballo un allentamento delle sanzioni contro Mosca.
Una delle fonti ha affermato che i piani, che devono essere ulteriormente discussi con Kiev, non porterebbero a un accordo definitivo e che gli alleati europei non riconoscerebbero i territori occupati come russi. I funzionari hanno sottolineato che i colloqui sarebbero poi vani se il Cremlino non accettasse di porre fine ai combattimenti. E che resta essenziale fornire all'Ucraina garanzie di sicurezza per garantire la tenuta di qualsiasi accordo.
I funzionari statunitensi hanno indicato di voler raggiungere un cessate il fuoco completo entro poche settimane. Ma il percorso resta in salita, a giudicare innanzitutto dalla posizione di Putin, che non solo non ha mostrato un'apertura nei confronti di una cessazione delle ostilità, ma ha minacciato di riprendere ufficialmente i raid sulle infrastrutture energetiche con la tregua ormai "scaduta", secondo il portavoce Peskov.
Dall'altra parte del fronte, il presidente Zelensky continua ad accusare gli Usa - e in particolare l'inviato Witkoff - di sposare la narrazione russa sulla guerra, proponendo a Kiev di dimenticarsi dei territori occupati. Ma nel frattempo, sembra essere pronto a siglare il tanto agognato accordo sui minerali: il primo ministro ucraino Denys Shmyhal si recherà a Washington la prossima settimana per negoziare l'intesa, con l'obiettivo di concludere i colloqui entro sabato 26 aprile.
Le prossime settimane saranno cruciali per comprendere le sorti dell'iniziativa diplomatica americana per la tregua in Ucraina, la più concreta e costruttiva finora in oltre tre anni di guerra. Allo stato attuale, immaginare un'alternativa è difficile: da Parigi, Rubio ha affermato che Regno Unito, Francia e Germania potrebbero "contribuire ad avvicinarci alla risoluzione" del conflitto ucraino. Ma un'iniziativa a guida europea sarebbe impossibile da accettare per Mosca, che considera gli europei coinvolti nella guerra e impegnati in "appelli alla militarizzazione", e non alla pace. Nel frattempo si continua a morire in Ucraina, dove nemmeno le festività della Pasqua risparmiano i civili dalle bombe: nell'ultima giornata, i raid sono tornati a colpire a Sumy e anche nel Kharkiv, dove hanno provocato un morto e 70 feriti tra cui cinque bambini.
"Ecco come la Russia ha iniziato questo Venerdì Santo: con la balistica, i missili da crociera, i droni 'shahed'. E le prese in giro del nostro popolo e delle nostre città", ha attaccato Zelensky.
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