Al via una nuova battaglia
legale per i risarcimenti legati all'eccidio di Pietransieri,
frazione di Roccaraso, che costò la vita a 128 civili inermi il
21 novembre 1943: a promuovere l'iniziativa è Aurelio Di Vitto,
uno dei parenti delle vittime. Nel bosco dei Limmari furono
uccise 60 donne, 34 bambini e molti anziani.
"I risarcimenti per la strage ottenuti grazie al Pnrr e alle
cause contro lo Stato tedesco, dovevano portare giustizia alle
famiglie delle vittime. Invece, hanno creato divisioni e
ingiustizie", sostiene Di Vitto che nella strage nazista ha
perso la madre e la zia.
"Molte famiglie, tra cui la mia, sono state escluse dal
risarcimento, mentre il Comune di Roccaraso si è costituito
parte civile ottenendo oltre 1.600.000 di euro, senza garantire
un'equa distribuzione. Questo ha portato a tensioni e litigi tra
le famiglie di Pietransieri, che invece avrebbero dovuto essere
unite in questa battaglia", prosegue il promotore
dell'iniziativa, secondo il quale non tutte le vittime sono
state conteggiate negli elenchi ufficiali e, di conseguenze,
almeno 60 famiglie sono state escluse dai finanziamenti.
Agli eredi delle 128 vittime andranno 15 milioni di euro. Al
momento i risarcimenti sono stati riconosciuti solo per il
Comune di Roccaraso e una parte delle famiglie delle vittime. I
giudici della Corte d'Appello avevano quantificato i
risarcimenti dopo il via libera della Corte di Cassazione che, a
fine novembre, aveva deciso che "le richieste di risarcimento
possono essere evase anche in maniera individuale e non per
forza collegiale".
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