Presentato dal gruppo Hera a San
Cesario sul Panaro, nel Modenese, un impianto pilota - già
attivo presso il depuratore locale - che permette di coltivare
alghe utilizzando le sostanze presenti nelle acque reflue, e di
trasformarle in fertilizzanti per l'agricoltura. L'obiettivo
dell'iniziativa, avviata dalla multiutility, è quello di
utilizzare i nutrienti come azoto e fosforo, presenti nelle
acque reflue in fase di depurazione, per coltivare alghe da cui
ricavare biostimolanti per il settore agronomico.
In particolare, spiegano da Hera, il progetto permette di
ridurre le concentrazioni di questi elementi nelle diverse fasi
di depurazione e allo stesso tempo, di riutilizzarli per
coltivare le alghe, generando così biomassa che, a seguito di
ulteriori trattamenti, può diventare biostimolante naturale
dando vita a un esempio di economia circolare.
L'intero processo prevede la collaborazione con l'Università
di Bologna attraverso un dottorato di ricerca, finanziato dalla
stessa Hera con fondi Pnrr, e una professionalità specialistica
in materia di biostimolanti all'interno della Comunità Europea.
L'impianto pilota si presenta come una serra di 90 metri
quadrati, installata nel perimetro del depuratore di San
Cesario, infrastruttura con una portata annua di 600 mila metri
cubi e idonea a ospitare la nuova tecnologia grazie alla
presenza di ampi spazi. Nella serra, posizionata vicino alla
derivazione dei reflui in ingresso, trovano posto macchinari e
attrezzature: un componente impiantistico per lo stoccaggio e la
preparazione della coltura, una vasca e un fotobioreattore
verticale per la coltivazione algale, un separatore centrifugo
per la raccolta della biomassa e un laboratorio da campo.
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