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L'ultimo addio ad Antonello Fassari a Roma martedì 8 aprile

L'ultimo addio ad Antonello Fassari a Roma martedì 8 aprile

Alle ore 11 alla Chiesa degli Artisti

07 aprile 2025, 09:12

di Alessandra Magliaro

ANSACheck
Addio ad Antonello Fassari, la fama con Avanzi e Cesaroni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Addio ad Antonello Fassari, la fama con Avanzi e Cesaroni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si svolgeranno a Roma, alla chiesa degli artisti martedì 8 aprile alle ore 11.00 i funerali dell'attore Antonello Fassari scomparso ieri a 72 anni per un male incurabile. La notizia delle esequie è stata confermata dalla produzione Publispei che ha in lavorazione la nuova serie dei Cesaroni, di e con Claudio Amendola di cui Fassari è stato precedentemente uno dei personaggi più amati, l'oste Cesare.

 

 

 

Addio ad Antonello Fassari, se ne va l'oste dei Cesaroni

di Giorgio Gosetti

L'Oste Cesare, il confidente che osserva e non giudica de "I Cesaroni" non riaprirà più la sua bottega: se ne è andato stamane, cogliendo di sorpresa anche gli amici nonostante si sapesse che era malato, Antonello Fassari il "rosso malpelo" del cinema e della televisione. Era già in programma che il ritorno della celebre serie tv, ora sul set gli sarebbe stato dedicato, ma adesso il vuoto farà ancora più rumore.

Nato a Roma il 4 ottobre 1952, Fassari portava un nome popolare a Roma, ma abbastanza raro in giro per l'Italia, salvo in Sardegna. Ci scherzava su: "Si vede che i miei non si fidavano - diceva - di scomodare un santo importante come Antonio!". Era figlio di uno stimato avvocato e di Adriana Gambardella che spesso si lamentava di avere un figlio divorato dalla passione per la recitazione. Testardo, Antonello frequenta l'Accademia d'arte drammatica, si fa notare durante un seminario da Luca Ronconi che lo farà debuttare a teatro in "Una partita a scacchi" di Thomas Middleton il 20 dicembre 1973. Al teatro rimarrà sempre legato, cimentandosi anche nella regia con un fortunato adattamento de "La ricotta" da Pasolini nel 2004. Se fosse nato a Los Angeles avrebbe tifato per i "Lakers" del basket e si sarebbe ritagliato un ruolo da grande caratterista a Hollywood.

Invece, romano fin nel midollo, tifa per la Roma, gioca a pallone, si dimostra versato nei ruoli drammatici, ma estrae dal cilindro anche una comicità genuina e vernacolare che sapeva filtrare come pochi evitando sempre la "macchietta" provinciale. Così debutta in tv nel 1977 con "Il commissario De Vincenzi" e poi al cinema due anni dopo a fianco di Gianni Cavina in "Atsalut Pader" di Paolo Cavara, mette il naso nel cast di Alberto Lattuada per "La cicala" e in quello nello sceneggiato di Mauro Bolognini "La certosa di Parma".
Il cinema d'autore italiano lo chiama spesso (diretto da Memè Perlini, Marco Risi, Mario Monicelli, Carlo Mazzacurati), ma è una serie tv, "I ragazzi della 3C" di Claudio Risi (1986), a renderlo familiare al grande pubblico. Il suo Antonello Bufalotti detto Puccio piace ai fratelli Vanzina che ne fanno un'irresistibile maschera comica da "Montecarlo, Gran Casinò" a "Le finte bionde".

L'amicizia con Claudio Amendola è una costante nella sua vita artistica, cementata dal successo de "I Cesaroni" (dal 2006 al 2014), poi confermata nei due primi film da regista di Amendola, "La mossa del pinguino" e "Cassamortari".

Intanto Fassari si gode la popolarità anche entrando nella "banda" di "Avanzi" con Serena Dandini e si scopre amato dai registi come attore drammatico nei film di Marco Tullio Giordana ("Pasolini, un delitto italiano"), Carlo Lizzani (è un formidabile Aldo Fabrizi in "Celluloide"), Claudio Carmarca (R.D.S. con Andrea Occhipinti), Michele Placido (il Buffoni di "Romanzo criminale"), Ettore Scola ("Gente di Roma"), Stefano Sollima ("Suburra"). Si è cimentato anche da regista con "Il segreto del giaguaro" nel 2000 ed è un sanguigno nonno nell'opera prima di Claudio Bisio "L'ultima volta che siamo stati bambini". Fino all'anno scorso ha potuto lavorare, superando la malattia della depressione e una dolorosa angina cronica, ma si sentiva "corroso dentro".

Nella vita privata era solare, ironico, elegante con una calata romanesca che citava Belli e Trilussa, lascia una figlia e un mare di ricordi tra i tanti colleghi che lo hanno sempre amato e festeggiato sul set come in palcoscenico. 

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