ATENE - "Ieri c'è stato un grande tumulto quando i ribelli sono arrivati ;;e hanno occupato Damasco, ma non hanno fatto del male ai cittadini, hanno occupato solo gli edifici governativi": così il presidente della comunità greca di Damasco, Habib Salouma, ha raccontato all'emittente televisiva ellenica Ant1 le ore concitate che hanno seguito la presa della città.
Circa 50-60 famiglie greche costituiscono tutt'ora la storica comunità greca di Damasco che ha doppia cittadinanza. "Parliamo di greci di terza e quarta generazione. Vengono istruiti qui, non hanno una casa in Grecia e vogliono rimanere", ha spiegato Salouma.
La comunità cristiana in Siria comprende al suo interno la Chiesa greco-ortodossa di Antiochia, una delle più grandi comunità cristiane in Medio oriente. Anche il metropolita ortodosso di Aleppo, Ephraim, ha confermato all'emittente televisiva greca Mega che la situazione è relativamente tranquilla. "Fin dal primo momento abbiamo detto che saremmo rimasti qui. Non ci hanno detto di andarcene, ma di restare, e non ci hanno fatto alcun male", ha dichiarato. "Ad Aleppo ci sono circa 2mila famiglie cristiane greco-ortodosse: come andranno le cose, nessuno lo sa". Nei giorni scorsi, il primate della Chiesa ortodossa greca, l'arcivescovo Geronimo II, aveva esortato, in un appello, il governo greco a proteggere la comunità cristiana in Siria. "A causa dei molti anni di guerra e delle sue tragiche e terrificanti conseguenze, esiste ora il rischio della totale eliminazione e scomparsa dell'ortodossia greca e del cristianesimo dall'intera regione", aveva denunciato.
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