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Omicidio nel Casertano, padre e figlio restano in carcere

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Omicidio nel Casertano, padre e figlio restano in carcere

Gip emette ordinanza per gli indagati, ma esclude premeditazione

CASERTA, 10 novembre 2022, 18:48

Redazione ANSA

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Il Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Orazio Rossi ha disposto il carcere per il 53enne A.M. e il figlio 27enne R.M., accusati dell'omicidio di Luigi Izzo, 38enne barbiere accoltellato a morte nella notte tra il 5 e il 6 novembre, a Castel Volturno (Caserta), davanti alla moglie e alla suocera. In particolare il Gip non ha convalidato il fermo disposto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, riconoscendo la mancanza del pericolo di fuga, ma ha disposto la carcerazione preventiva per i due indagati (difesi da Giuseppe Guadagno), ritenendo a loro carico la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e dell'esigenza cautelare della reiterazione del reato; ha poi escluso l'aggravante della premeditazione contestata dalla Procura, circostanza che può portare all'ergastolo, lasciando invece in piedi quella dei futili motivi.
    Il 53enne ha confessato di aver ucciso a coltellate Luigi Izzo, spiegando di aver voluto "difendere" il figlio 27enne che era rimasto coinvolto in una precedente rissa, cui peraltro Izzo non aveva partecipato. Più complessa la posizione del figlio 27enne, accusato di concorso in omicidio per sostegno morale al padre; davanti al pm il giovane ha cercato di alleggerire il proprio ruolo, dicendo di non sapere che il papà era armato, e di avergli detto che Izzo non c'entrava nulla con la rissa. Ma nei suoi confornti ci sarebbero le dichiarazioni della moglie e della suocera della vittima, che lo avrebbero visto aiutare concretamente il padre durante il delitto. Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere - sostituto Annalisa Imparato - padre e figlio avrebbero invece realizzato un vero e proprio raid punitivo nei confronti di Izzo. Il 53enne reo-confesso ha anche riferito ai carabinieri e al pm di aver gettato il coltello da cucina usato per colpire Izzo in un canalone; i militari sono anche andati a verificarne la presenza, ma non hanno trovato nulla, così come l'arma non è emersa in seguito alle perquisizioni alla moglie del 53enne.
   

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