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Rapporto Ue, 90 Paesi nel mirino delle fake news russe

Rapporto Ue, 90 Paesi nel mirino delle fake news russe

Social X bacino di disinformazione, colpito voto europeo

ROMA, 19 marzo 2025, 13:59

Redazione ANSA

ANSACheck
Fake News © ANSA/EPA

Fake News © ANSA/EPA

Un massiccio arsenale digitale per manipolare le informazioni e inquinare il dibattito pubblico in ogni angolo del mondo. È in questi termini che il Servizio europeo d'azione esterna (Seae) parla dell'infrastruttura messa in campo da Russia e Cina per disseminare la disinformazione nello spazio informativo divenuto, scrive la responsabile della diplomazia europea Kaja Kallas, "un campo di battaglia geopolitico".

Un campo di battaglia dominato da un "allineamento strategico" tra Mosca e Pechino, come emerge dalla mappa degli attori delle minacce ricostruita dagli esperti del Seae nel rapporto sulle manipolazioni e interferenze informative straniere (Fimi), arrivato alla terza edizione. E globale è la dimensione del campo di battaglia passato al setaccio dagli esperti: i 505 incidenti Fimi occorsi nell'arco di un anno che il rapporto prende in esame, hanno riguardato 90 Paesi e 322 organizzazioni, tra cui l'Ue, la Nato, ma anche forze armate di alcuni Stati occidentali, e media come Bbc, Der Spiegel e La Stampa. L'Ucraina si conferma per il secondo anno di seguito il principale obiettivo degli attacchi Fimi russi con quasi la metà degli incidenti registrati.

Nel super anno elettorale che ha visto oltre metà della popolazione mondiale recarsi alle urne, le elezioni sono state un "target chiave", con "42 tentativi Fimi russi registrati durante le europee di giugno". Le piattaforme social si confermano il focolaio dell'attività Fimi, con X che "da solo rappresenta l'88% delle attività rilevate".

Intanto, sale la polemica intorno alla decisione degli Stati Uniti di tagliare i fondi all'Agenzia governativa per i media globali che sosteneva Radio Free Europe, storico avamposto dei media liberi negli ex Paesi sovietici. Praga, che ospita la sede principale dell'emittente, si è fatta portavoce di un appello per sostenere Radio Free Europe, nel tentativo di colmare il vuoto lasciato dagli Stati Uniti. L'appello, planato alla riunione dei ministri dei 27 per gli Affari europei, è stato raccolto da Polonia, Germania, Paesi Baltici, Svezia, Paesi Bassi, Belgio, Austria e Slovenia.
   

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