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Emma Dante porta in scena 'Pupo di Zucchero' di Basile

Emma Dante porta in scena 'Pupo di Zucchero' di Basile

Il 10 e 11 gennaio al Teatro Ariosto di Reggio Emilia

REGGIO EMILIA, 09 gennaio 2023, 12:42

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una favola barocca di solitudine e vecchiaia per celebrare la memoria dei defunti e la pienezza della vita attraverso l'ombra delle loro esistenze passate: con la regia di Emma Dante, artista che spazia con successo tra teatro, lirica, letteratura e cinema, al Teatro Ariosto di Reggio Emilia il 10 e 11 gennaio alle 20.30 arriva "Pupo di Zucchero".

Liberamente tratto da 'Lo cunto de li cunti' di Giambattista Basile, lo spettacolo racconta la storia di un vecchio alle prese con i propri ricordi, intento a preparare un tradizionale pupo di zucchero per la ricorrenza dei morti.


    La suggestione del dolcetto antropomorfo, simbolo di un'antica credenza radicata nel Sud Italia, ha il potere di evocare i fantasmi della sua famiglia. I cari richiamati dall'aldilà come visioni della vita che fu invadono il silenzio della sua casa buia e vuota. Un turbinio vivace e inebriante di gesti, musiche e voci che si spegnerà al riapparire di tutti i personaggi nelle loro vere sembianze: quelle orrende della morte, convitata muta ma ineluttabile, cui Cesare Inzerillo ha dato corpo con le sue dieci sculture simili alle mummie dei Cappuccini esposte nelle catacombe di Palermo. Accanto a Carmine Maringola, abile cantastorie che maneggia con cura una lingua vivida come il napoletano ereditato dal Pentamerone secentesco di Basile, recitano Nancy Trabona, Maria Sgro e Federica Greco nel ruolo delle tre spigliate sorelle, Sandro Maria Campagna in quello dello spasimante spagnolo con movenze da matador, mentre Stephanie Taillandier è la madre marsigliese, Giuseppe Lino il padre disperso in mare, Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout il tuttofare Pasqualino, e Martina Caracappa e Valter Sarzi Sartori gli zii che danno corpo a una danza passionale e violenta.
    "In Pupo di zucchero la morte non è un tabù, - scrive Emma Dante - non è scandalosa; ciò che il vecchio vede e ci mostra è una parte inscindibile della sua vita. Ciò non può che intenerirci. La stanza arredata dai ricordi diventa una sala da ballo dove i morti, ritrovando le loro abitudini, festeggiano la vita".
   

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