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In 500 a protesta lavoratori cultura Comune Bologna al cimitero

In 500 a protesta lavoratori cultura Comune Bologna al cimitero

Flash-mob primo passo verso sciopero. Lanciata petizione online

BOLOGNA, 13 aprile 2025, 16:19

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sono state 500 le persone che hanno preso parte all'iniziativa 'Mi rivolto nella tomba', flash-mob di protesta, al cimitero monumentale della Certosa di Bologna, ideato dalle lavoratrici e dai lavoratori di biblioteche e musei del Comune di Bologna per protestare contro la politica culturale dell'Amministrazione felsinea, in particolare su mancate assunzioni, scarsa manutenzione negli edifici e sempre minori investimenti. L'iniziativa promossa dalle rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Cobas, ha visto andare in scena tra le tombe dei grandi dell'arte e della letteratura che riposano nel cimitero bolognese - da Giorgio Morandi a Giosuè Carducci - una sorta di manifestazione itinerante con le rivendicazioni dei lavoratori intrecciate ad una visita guidata a gruppi - ben sei vista l'alta affluenza - ribattezzata 'Visita guidata ribelle' in cui il racconto e la scoperta della Certosa e dei suoi illustri 'abitanti' si è ,affiancato ad una azione di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sullo stato dei luoghi in cui operano i lavoratori della cultura e accendere i riflettori sulla realtà del patrimonio culturale bolognese.
    Il flash.mob alla Certosa rappresenta solo il primo passo verso uno sciopero ancora da fissare ed è stato accompagnato dal lancio sulla piattaforma Chrange.org, da parte di 'Pubblicamente Cultura', di una petizione intitolata 'Per una cultura pubblica, accessibile, gratuita'.
    "Siamo le persone che lavorano nei musei e nelle biblioteche del Comune di Bologna - si legge nell'attacco della petizione presentata online - luoghi pubblici, di tutte e tutti.
    Con il nostro lavoro quotidiano il patrimonio culturale di Bologna è custodito, valorizzato, promosso, reso accessibile alla collettività e tramandato, nella sua ricchezza, alle future generazioni. Oggi, purtroppo, per le scelte dell'attuale Amministrazione questo futuro è incerto".
    Inoltre, viene sottolineato in un altro passaggio della petizione, "mettere in dialogo ogni giorno visitatrici e visitatori di ogni età con opere d'arte, libri o strumenti musicali, innescare relazioni, favorire la massima accessibilità sociale, fisica e culturale, sono l'espressione tangibile dell'amore per il nostro lavoro che, soprattutto in questo momento storico, ci rende fiere e fieri. Vorremmo essere messi in condizione di continuare a farlo, poiché il valore sociale e pubblico della cultura si traduce nella crescita del benessere collettivo".
   

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