La gran parte dei reparti di
Medicina interna del Friuli Venezia Giulia è in overbooking, ma,
secondo una stima, circa un quinto dei ricoveri sarebbe
evitabile con una migliore presa in carco del territorio e più
prevenzione. E' quanto emerge da una survey condotta tra marzo e
aprile dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri.
Secondo il sondaggio, nelle Medicine interne il tasso di
occupazione è superiore al 100%, quando idealmente non dovrebbe
superare l'85%: "ciò significa - spiega Fadoi - compromettere la
qualità dell'assistenza erogata ai pazienti". Ad acuire il tutto
la carenza di personale, specie infermieristico, in quasi la
totalità dei reparti. "Stimiamo che più di un ricovero su 5
potrebbe essere evitato adeguando la rete di assistenza
territoriale, implementando la relazione ospedale-territorio con
coinvolgimento strategico dei reparti e ambulatori di Medicina
interna inserendoli nella rete della telemedicina/teleconsulto
nonché nelle reti cliniche regionali", spiega la Federazione.
"Un iniziale segnale positivo" viene riscontrato al momento
delle dimissioni: "la percentuale di chi rientra a domicilio con
l'assistenza domiciliare integrata attivata o di chi viene
accolto in residenzialità intermedia appare migliorata rispetto
al recente passato". Per quanto riguarda le nuove Case di
comunità, secondo i medici che hanno risposto alla survey,
queste potranno potenzialmente ridurre il numero dei ricoveri,
"ma bisognerà vedere come verranno realizzate" e con quali
risorse di personale. Simile la risposta fornita dalla metà
degli internisti rispetto agli ospedali di comunità a gestione
prevalentemente infermieristica.
In generale, tra sovraffollamento delle corsie e carenze di
organico, il 75% dei medici dei reparti di medicina interna
dichiara difficoltà a organizzare il proprio aggiornamento e di
non trovare tempo per la ricerca clinica.
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