"Non c'era stato alcun pericolo fino a quel momento. Se avessi saputo che era pericolosa, che gli uomini che ci lavoravano erano in pericolo, sarei stato il primo a non farli stare lì". Lo ha detto l'amm. Felicio Angrisano, ex comandante della Capitaneria di porto di Genova, interrogato durante il processo bis per il crollo della Torre piloti del porto di Genova, processo incentrato sul luogo dove la torre venne costruita. L'edificio crollò il 7 maggio 2013 sotto l'urto del cargo Jolly Nero in avaria, causando nove morti. Mentre l'ammiraglio veniva ascoltato ci sono stati momenti di tensione con Adele Chiello, la mamma di Giuseppe Tusa, che lo ha minacciato. Il giudice ha brevemente sospeso l'udienza. Angrisano è imputato insieme a altre 11 persone tra costruttori, collaudatori, progettisti e datori di lavoro. "A molo Giano - ha proseguito l'ammiraglio - non c'era mai stato alcun incidente dal 1938 (anno in cui è sorto il molo, ndr). Nel 2012, dopo il terremoto in Emilia Romagna, feci fare un controllo alla struttura da parte dei tecnici del Genio Civile e risultò tutto a posto". Il processo è nato grazie alla tenacia della Chiello. La procura aveva chiesto l'archiviazione ma, dopo l'opposizione della donna, il gip aveva ordinato nuove indagini. Secondo l'accusa, sostenuta dal pm Walter Cotugno, la torre piloti di Genova venne "costruita a cavallo della banchina senza tener conto delle azioni non ordinarie incidenti sulla struttura come l'urto di navi in manovra nello spazio acqueo antistante al manufatto in assenza di qualsiasi protezione".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA