I racconti su calamari giganti erano diffusi tra i marinai fin dai tempi antichi: si immaginava un mostro marino dai lunghissimi tentacoli in grado di avvolgere e affondare una nave intera.
Nel 1857 lo studioso Steenstrup pubblicò molte pagine su questo "mostro marino" che nessuno aveva però ancora mai visto davvero.
Solo negli anni
successivi qualche calamaro finì sulle spiagge di Terranova
avvalorando dunque la tesi che il gigante dei mari
effettivamente esisteva e non era un parto della fantasia di
qualche marinaio. Per avere una fotografia di un calamaro
gigante vivo colto nel suo ambiente naturale occorre attendere
addirittura il 2004. 'Il calamaro gigante' è il titolo dello
spettacolo che il Teatro Nazionale metterà in scena al Teatro
Ivo Chiesa da mercoledì (ore 20,30) con repliche fino a
domenica. Il lavoro è tratto da un romanzo di Fabio Genovesi che
ne ha curato l'adattamento teatrale insieme ad Angela
Finocchiaro e a Bruno Stori, ovvero i due interpreti principali
insieme a otto performer. Le scene sono di Anna Varaldo. La
regia porta la firma di Carlo Sciaccaluga. "E' una storia
surreale - spiega il regista - incentrata sulla figura di
Angela, una cinica assicuratrice che un giorno viene rapita da
un'onda impossibile e scaraventata nell'Ottocento nella storia
di questa creatura incredibile. Lo spettacolo si snoda
attraverso una serie di episodi alla ricerca del calamaro
gigante in un tono fra il poetico e il cabarettistico. Di questa
storia molto particolare mi ha affascinato il tema di fondo che
è l'apologia del teatro: esiste un luogo dell'immaginazione in
cui tutto è possibile. Questo luogo sta dentro di noi e il
teatro ne è la rappresentazione ideale: attraverso la sua
ricerca, Angela, e noi con lei, inizierà a credere e ad
accettare che nell'immensità del mare ci sia una vita che sfugge
al nostro controllo".
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