(di Daniele Boasi e Chiara Carenini)
Nonostante il suo banco al
centro della Giunta nel Consiglio regionale della Liguria sia
vuoto da ormai tre settimane il presidente della Regione
Giovanni Toti agli arresti domiciliari resiste. Le richieste di
dimissioni del centrosinistra e del M5S non trovano sponde nel
centrodestra, che è riuscito a rimandare il voto su una mozione
di sfiducia nei suoi confronti. Tutti i gruppi d'opposizione
hanno abbandonato i lavori dell'assemblea dopo che è stata
respinta la proposta di convocare subito un ufficio di
presidenza per calendarizzare la votazione immediata di una
mozione di sfiducia contro Toti. Sono stati 17 i voti contrari
alla proposta, l'intero centrodestra, e 11 i favorevoli,
centrosinistra e M5S. Anche il capogruppo di Azione Sergio
Rossetti ha votato a favore abbandonando i lavori dell'assemblea
sebbene non abbia sottoscritto la mozione presentata da Pd,
Lista Sansa, M5S e Linea Condivisa perché "venuto a conoscenza
del documento tramite i giornali". Il voto sulla mozione è stato
rinviato alla prossima seduta.
Momenti di tensione in aula e sugli spalti durante la
discussione che si è conclusa con un acceso faccia a faccia
fuori dall'aula tra il capogruppo della Lista Sansa Ferruccio
Sansa e il consigliere della Lega Brunello Brunetto separati dal
personale dei gruppi. Il capogruppo Pd Luca Garibaldi ha
definito "erede del fascismo" la consigliera di Fdi Veronica
Russo scatenando una reazione tra i banchi della maggioranza.
"Basta con il teatrino", hanno scandito più volte gli esponenti
di FdI alle opposizioni. Il capogruppo della Lega Stefano Mai ha
apostrofato con "truppe cammellate" i manifestanti a favore
della mozione di sfiducia presenti sugli spalti scatenando una
reazione che ha portato il presidente dell'assemblea Gianmarco
Medusei a minacciare l'intervento delle forze dell'ordine. "Sei
come l'arbitro Moreno - lo ha definito Sansa - temete la gente
sugli spalti e andate sullo yacht di Spinelli, ce ne andiamo
perché crediamo che la Regione debba essere una casa
trasparente". "L'ufficio di presidenza andava fatto
immediatamente per calendarizzare quanto prima la mozione",
commenta il capogruppo M5S Fabio Tosi. "C'è un problema
democratico in quest'aula e la legislatura è finita, ce ne
andiamo", attacca il capogruppo Pd Luca Garibaldi.
La partita si gioca su più tavoli. Mentre la Commissione
antimafia ascolta il procuratore capo di Genova Nicola Piacente
sugli aspetti relativi all'implicazione mafiosa dell'indagine
per corruzione (audizione secretata), si allungano i tempi per
il deposito dell'istanza di revoca dei domiciliari che
l'avvocato Stefano Savi potrebbe presentare per il governatore
Giovanni Toti: probabilmente la strategia è aspettare che
vengano sentiti tutti i testimoni per poi depositare istanza al
gip Paola Faggioni, la stessa che ha disposto l'arresto ai
domiciliari di Toti e dell'imprenditore portuale Aldo Spinelli e
in carcere per l'ex presidente del porto ed ex ad di Iren Paolo
Signorini.
Quindi le dimissioni richieste a gran voce dal centrosinistra
sono ancora di là da venire. "Uno si deve dimettere per cosa?
Per un sospetto? - si è chiesto Matteo Salvini - Si è colpevoli
in caso di condanna, non in caso di sospetto giornalistico. Non
è ancora una fattispecie di reato il sospetto giornalistico, per
fortuna. Conosco Toti come una persona molto efficiente, per
bene. In otto anni ha fatto tanto per la Liguria e spero che
possa continuare a fare tanto. I giudici fanno il loro mestiere,
quindi spero che che dicano in fretta se qualcuno ha sbagliato".
La Lega, che esprime il governatore ad interim Alessandro
Piana, ha sempre apertamente sostenuto Toti cosa che in verità
avviene in maniera più blanda in casa Forza Italia e ancora meno
da parte di Fratelli d'Italia. Dunque Toti prima di affrontare
il tema dimissioni dovrà potersi confrontare con i suoi alleati
nel centrodestra. E lo potrà fare solo da uomo libero. Fino a
quel momento sarà resistenza passiva, cosa che sta irritando più
di una componente politica.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA