ALESSANDRO MOCENNI, "IL GIRO DI
STOIA" (FOX&SPARROWS EDITORE; 168 PAGINE, 16 EURO).
Una gara di tuffi tra ragazzi può raccontare meglio di un
saggio scientifico la complessa storia sentimentale ed emotiva
di nazionalità, nazionalismi, migranti ed esuli. Ovvero quella
che è stata ed è la realtà della vecchia e della nuova Europa.
È quello che fa il romanzo storico del giornalista e saggista
Alessandro Mocenni, "Il Giro di Stoia". Il volume esce in
concomitanza con la Giornata del Ricordo.
Ambientato a Pola, nel 1982, anno di grandi cambiamenti sia
in Italia, sia nella ex Jugoslavia con i primi sussulti nel
Kossovo, il romanzo racconta le vicende di un gruppo di ragazzi,
alcuni nativi di Pola altri figli di esuli istriani, alle prese
con l'ultima estate serena in un mondo in frenetico cambiamento.
Una gara di tuffi che si svolge in un singolare circuito nella
zona costiera denominata Stoia è l'occasione per raccontare in
presa diretta l'inizio del terremoto che di lì a poco cambierà
per l'ennesima volta la carta geografica dei Balcani e nel
contempo per indagare le complesse vicende di chi si sente
straniero in patria, di chi quella patria ha dovuto lasciare per
forza o necessità e di coloro che la patria stanno per perderla.
In un solo anno si concentra quindi oltre un secolo di
storia, di quella complessa area di confine, già impero
asburgico e poi coacervo di nazionalità in conflitto, che è
stata ed è tutt'ora un sismografo del fenomeno migratorio e uno
straordinario laboratorio di geopolitica. La forma del romanzo è
probabilmente la più appropriata per descrivere a fondo vicende
già consegnate alla storia ma tuttora vive nel vissuto personale
di migliaia di giovani e meno giovani. Mocenni, la cui famiglia
è originaria di Pola, è peraltro uno studioso delle vicende
geopolitiche di quei territori ed ha un preparazione una
monografia incentrata sulla storia di Pola durante la
dominazione austro-ungarica.
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