"È come se l'avessero uccisa un'altra volta".
C'è rabbia e delusione, oltre che lacrime, sul volto di Oleksander Malayko, il padre di Yana, dopo aver ascoltato in aula, la lettura della sentenza sull'assassino della figlia: vent'anni di reclusione per l'ex fidanzato Dumitru Stratan, 35 anni, moldavo residente a Castiglione delle Stiviere. La corte d'assise di Mantova, in primo grado, ha escluso la premeditazione e, quindi, l'ergastolo come aveva chiesto nella sua requisitoria il pubblico ministero Lucia Lombardo, che alla fine dell'udienza ha stretto calorosamente la mano al padre promettendogli l'appello della sentenza: "Andremo fino in fondo" ha garantito.
Delusione anche tra i tanti amici castiglionesi che hanno fondato un'associazione dedicata a Yana e che si sono presentati davanti al palazzo di giustizia con striscioni che chiedevano giustizia per la ragazza. "C'è un pregiudizio perché Yana era ucraina e non italiana" ha detto con toni forti Paola Manenti, referente dell'associazione castiglionese.
Yana Malaiko, 23 anni, ucraina residente a Castiglione dove faceva la barista alle dipendenze della sorella del suo assassino, fu soffocata la notte del 20 gennaio 2023 nell'appartamento abitato dalla sua titolare, al quarto piano di un condominio, della cittadina in provincia di Mantova. Stratan, che venne arrestato dai carabinieri la stessa giornata, confessò il delitto. L'aveva fatta arrivare a notte fonda nell'appartamento con la scusa del cane che stava male, una trappola per essere sicuro che la ragazza si presentasse. Dopo un tentativo di chiarimento l'aveva colpita violentemente alla testa con pugni e calci e, infine, l'aveva soffocata.
Per nascondere l'arrivo della donna nell'alloggio e anche le fasi successive del trasporto del cadavere Stratan aveva manomesso le telecamere che c'erano nell'appartamento e anche fuori, ma non si era accorto che altre erano altre in funzione che avevano ripreso molti dei suoi spostamenti la notte dell'omicidio. Il corpo della giovane, avvolta nel cellophane dentro una valigia, venne ritrovato dieci giorni dopo in uno sterrato di Lonato, in provincia di Brescia ma a pochi chilometri da Castiglione, senza che l'omicida avesse mai rivelato dove l'aveva nascosto.
A trovarlo furono gli investigatori durante le ricerche, insospettiti dagli arbusti strappati e spostati: La sentenza di condanna è stata pronunciata dopo tre ore di camera di consiglio. Tecnicamente, come ha detto il presidente della corte d'assise Gilberto Casari, leggendo il dispositivo, la pena irrogata era di 30 anni di reclusione, ma poiché Stratan è stato sottoposto a giudizio abbreviato ha avuto un'immediata riduzione della pena di un terzo, a vent'anni.
Dopo averla scontata sarà espulso dall'Italia. Dovrà anche versare una provvisionale di 450mila euro ai familiari di Yana, i genitori, il nonno e la nonna paterni. Oleksander Malayko ha seguito tutte le udienze del processo, a differenza di Stratan che non si è mai presentato in aula: "Sono passati 26 mesi dall'omicidio e sono morto anch'io, e lei è stata uccisa ancora - ha detto il padre della vittima subito dopo il pronunciamento della sentenza - Con la sentenza di oggi ogni donna deve sapere che non è sicura perché ogni uomo violento può ucciderla ed essere libero dopo sette-otto anni. La giustizia non esiste, ma ringrazio la piemme Lombardo".
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