"Bisogna stare attenti e prendersi
cura di chi ci sta accanto, l'amore può essere una forma di
fuga". Così Catrinel Marlon sintetizza la sua opera prima,
Girasoli, passata in anteprima assoluta al 41° Torino Film
Festival di cui l'attrice di origine romena è anche madrina. Una
storia di follia e di amore tutta al femminile, questa di
Girasoli, ambientata negli anni Sessanta, tra cure tradizionali
e primi segnali di legge Basaglia.
Ispirato ad una storia vera che ha toccato da vicino (ha
avuto una zia internata in Romania), il film è stato scritto
dalla stessa Marlon con Francesca Nozzolillo e Heidrun Schleef.
Siamo appunto negli anni '60 nell'ospedale psichiatrico Santa
Teresa di Lisieux: qui, tra centinaia di persone che vivono il
disagio della malattia, nasce anche un amore impossibile tra due
ragazze. Da una parte c'è la giovane infermiera novizia Anna
(Mariarosaria Mingione, al debutto sul grande schermo), che
prende servizio nel reparto minorile e, dall'altra, la dolce e
indifesa Lucia (Gaia Girace), quindicenne schizofrenica.
Intorno a quest'ultima la sotterranea lotta terapeutica fra la
dottoressa Marie (Monica Guerritore), aperta alle avanguardie
che sperano nella chiusura dei manicomi, e il tradizionalista e
rigido dottor Oreste (Pietro Ragusa), teorico dell'elettrochoc.
Il titolo Girasoli fa riferimento a come vengono chiamati in
questo istituto i pazienti che hanno ottenuto abbastanza
autonomia da vivere fuori dai reparti.
Prodotto da Massimiliano Di Lodovico per Masi Film con Rai
Cinema, con Mobra Film e Gapbusters, in associazione con Lumina
MGR, Girasoli è una co-produzione Italia, Belgio, Romania. Il
film sarà distribuito da Masi Film in collaborazione con Pathos
Distribution.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA