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Libri: una storia di quiz, apocalisse e lotta per il pane

Libri: una storia di quiz, apocalisse e lotta per il pane

'Luci di luglio' di Costa, romanzo sull'Italia buia di Tambroni

PALERMO, 29 marzo 2022, 20:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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di Francesco Terracina (GIAN MAURO COSTA, "LUCI DI LUGLIO", MONDADORI, PP. 189, 18 EURO). In una storia universale dei perdenti, i protagonisti di "Luci di luglio", romanzo di Gian Mauro Costa da oggi in libreria, entrerebbero di diritto.
    Tra i protagonisti non ci sono soltanto gli stravaganti personaggi nati dalla penna dello scrittore palermitano, ma anche i fatti reali che il libro rievoca e che nel loro franare trascinano parecchie vite. Siamo nel luglio 1960, nella settimana che va dall'8 al 14. Si comincia con la manifestazione di piazza indetta a Palermo per protestare contro la mancanza di lavoro e finita con l'intervento delle forze dell'ordine che provoca quattro morti. Il Paese è in subbuglio da giorni, da quando Genova si è ribellata alla scelta del Movimento sociale italiano di tenere il proprio congresso a Genova, al Teatro Santa Margherita, a due passi dal sacrario dei caduti partigiani. Manifestazioni, represse dal governo Tambroni, si svolgono a Roma, a Bologna, a Modena, a Napoli, a Catania, a Reggio Emilia, dove il 7 luglio la polizia uccide Ovidio Franchi, Lauro Farioli, Marino Serri, Emilio Reberberi, Afro Tondelli, nomi che una canzone di Fausto Amodei continua a scandire.
    In quei giorni Palermo - atterrita dalla profezia di fratello Emman che ha previsto la fine del mondo per le 13.45 del 14 luglio - lotta comunque per il pane, mentre a Monreale, sulla collina che sovrasta il capoluogo siciliano, il paese si stringe attorno ai propri campioni che fanno faville nel quiz televisivo di Mike Bongiorno "Campanile sera". E qui s'inseriscono le vicende di Gaetano e Franco, due adolescenti di Monreale, un cameriere e un apprendista muratore, salvati da un sindacalista durante gli scontri di piazza. I due pensano di dare una svolta alle loro vite sequestrando un professore, Nino Morello, il più geniale dei componenti del cosiddetto Pensatoio, il gruppo che elabora le risposte del quiz. I due ragazzi intendono chiedere un riscatto al comitato che gestisce la squadra dei partecipanti alla trasmissione, ritenendo che senza il professore l'imminente gara con gli avversari di Chioggia condannerebbe alla sconfitta i siciliani, dopo settimane di trionfo.
    Morello, che ha fama di menagramo, prova a spiegare agli improvvisati rapitori che nessuno pagherebbe una lira per la sua liberazione. La tragedia si trasforma in farsa, ma l'episodio del rapimento cambia la vita di tutti i protagonisti, offrendo a Franco, figlio di un ciabattino, un'inattesa scalata sociale. A distanza di circa sessant'anni, quando uno stacco narrativo ci porta quasi ai giorni nostri, ecco che quella farsa muta di nuovo in tragedia. Franco, l'io narrante, per riallacciare un legame col presente sente la necessità di ripartire da dove aveva lasciato, di sanare la frattura che l'aveva scollegato dalla vita.
    Costa, che con questo romanzo si prende una pausa dal noir, frequentato con successo da oltre vent'anni, restituisce uno spaccato del periodo raccontando con partecipe disincanto il declino di una generazione, la sua, intenta a inseguire quel poco che continuamente manca per avere tutto. Un'idea della vita che finisce per spazzare via ogni desiderio di cambiare davvero le cose.
   

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