Il 2023 "è stato caratterizzato
dall'attenuarsi della spinta propulsiva delle misure
post-pandemiche, da un'alta incertezza dovuta al prosieguo delle
tensioni internazionali e da un contesto di alta inflazione", e
"nonostante ciò, il volume d'affari gravitante intorno al mondo
dell'avvocatura ha mostrato una certa resilienza: secondo i dati
elaborati da Cassa forense sulle dichiarazioni dei redditi
prodotti nel 2023, il reddito complessivo Irpef dei
professionisti ha registrato un incremento del 5,6% tra il 2022
e il 2023". E tale crescita ha permesso all'intera categoria dei
legali italiani di "superare i 10 miliardi di euro di reddito,
mentre il volume d'affari ha raggiunto i 15,5 miliardi, segnando
un aumento del 5,2% rispetto all'anno precedente", laddove "il
reddito medio annuo per avvocato si attesta a 47.678 euro, con
una variazione positiva del 6,8%, rispetto al 2022".
Lo evidenzia il rapporto di Cassa forense, l'Ente
pensionistico presieduto da Valter Militi, e del Censis,
illustrato questa mattina, a Roma. Permangono, però, si
chiarisce, le significative differenze di genere e generazioni
sul fronte dei guadagni della categoria: nel 2023 le donne
"hanno avuto un reddito medio pari a meno della metà di quello
degli uomini, con una differenza di più di 30.000 euro".
Inoltre, "la differenza di reddito cresce con il salire
dell'età: se gli avvocati sotto i trent'anni hanno un reddito
rispetto alle colleghe della stessa classe di età mediamente di
poco più di 2.000 euro superiore, nella classe di età 60-64 anni
la differenza supera i 44.000 euro", si legge nel documento.
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